De Luca, quando nel collegamento online gli è stata data la parola, ha ribadito le sue critiche: «È arrivato il tempo di smetterla con le manfrine, siamo disposti a chiedere l’invalidazione del piano di distribuzione». Poi gli esempi, con le dosi consegnate in Emilia Romagna e Lombardia maggiori di quelle campane. L’idea di De Luca è chiara: «I vaccini vanno distribuiti in proporzione alla popolazione residente nelle singole regioni».
Il commissario Arcuri si è sentito punto nel vivo, messo sotto accusa. E ha risposto a muso duro, ricordando a De Luca la differenza tra questa prima fase di vaccinazione e la seconda, quella di massa, ancora lontana da venire. Ha replicato: «Siamo nella fase destinata a vaccinare il personale sanitario, gli ospiti e i dipendenti delle Rsa. Non certo la massa della popolazione. È noto che la Campania, come purtroppo molte regioni del sud, per tagli dovuti ai commissariamenti della sanità, ha personale sanitario inferiore anche a regioni più piccole. I numeri di questo personale ci sono stati forniti dalle Regioni, Campania compresa».
Non soddisfatto, De Luca ha sollevato un’altra questione: i luoghi di consegna delle dosi, decisi, d’intesa con le Regioni e indicati, per un totale di 294, alla Pfizer che si occupa direttamente della consegna. «Sarebbe preferibile un unico punto di consegna in Campania, con la ripartizione curata da noi» ha chiesto De Luca. Ma anche qui il commissario Arcuri ha replicato con decisione: «È un’intesa avallata dal piano vaccini approvato dal Parlamento e comunicata alla Pfizer. Tutte le Regioni, tranne la Campania, sono state d’accordo».