L’autocertificazione è necessaria solo dopo le 22. Nella zona gialla i bar resteranno aperti dalle 5 alle 18, dopo è vietato l’asporto dai locali senza cucina. Anche i ristoranti saranno aperti fino alle 18, dopo è permessa la consegna a domicilio e fino alle 22 è possibile comprare cibo da asporto.
Sarà inoltre possibile visitare un museo o ammirare una mostra dal lunedì al venerdì ma non nei festivi e comunque con ingressi contingentati. Aperti nei giorni feriali i centri commerciali: di sabato e nei festivi farmacie, tabaccherie, edicole e alimentari situati al loro interno resteranno comunque aperti.
Nelle regioni situate in fascia arancione bar e ristoranti saranno chiusi: per i bar è consentito l’asporto fino alle 18 nei locali provvisti di cucina; per i ristoranti è permesso l’asporto e la consegna a casa.
Gli spostamenti possono avvenire solo all’interno del proprio comune; si può uscire dal comune solo per motivi di salute, lavoro, necessità e urgenza. E’ infine consentito recarsi in due da parenti o amici dalle 5 alle 22.
la dittatura continua. il coprifuoco è solo PURA dittatura che i fessi covidioti non capiscono.
detto questo, cosa cambia rispetto a ieri? la dittatura da ebeti che impone la chiusura dei bar alle 18 resta, come pure i ristoranti. I babbei covidioti credono che il virus esca alle 18 nei ristoranti..
Tutto questo per una pandemia FALSA, generata da test FALSI, sostenuta da politici FALSI con il supporto di tanti covidioti che ancora devono capire la truffa.
I positivi sono FALSI! I morti purtroppo sono veri, ma sono causato solo dalle terapie vietate e da quelle imposte: di fatto sono solo pura colpa di oms e governo.
Chi vuole puo leggersi la richiesta di ritrattazione del test Corman-Drosten, il tampone pcr: è stata inoltrata a novembre ma ad oggi ancora nessuna risposta dalla rivista che l’ha pubblicato. Centinaia di scienziati ne chiedono il ritiro per evidenti falle anche concettuali e logiche..
Decaduto il “tampone” decade TUTTA la pandemia. Provate a capire, prima di mascherarvi o di criticare me.