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Corruzione, l’Italia è al 52° posto (di Tony Ardito)

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Nella classifica Transparency 2020, l’Italia si è collocata al 52° posto. Pur avendo mantenuto il punteggio dello scorso anno, il nostro Paese ha perso una posizione; mentre tra i membri dell’Unione europea si ritrova 20ª in classifica.

L’indice di Percezione della Corruzione (CPI) di Transparency International misura la percezione della corruzione nel settore pubblico e nella politica in numerosi Paesi di tutto il mondo. Lo fa basandosi sull’opinione di esperti e assegnando una valutazione che va da 0, per i Paesi ritenuti molto corrotti, a 100, per quelli “puliti”. La metodologia cambia ogni anno per riuscire a dare uno spaccato sempre più attendibile delle realtà locali. La nuova indagine ha riguardato 180 Paesi, valutati sulla base di 13 parametri e sulle interviste a esperti provenienti dal mondo del business.

Secondo la prestigiosa organizzazione: “Negli ultimi anni l’Italia ha compiuto significativi progressi nella lotta alla corruzione: ha introdotto il diritto generalizzato di accesso agli atti rendendo più trasparente la Pubblica Amministrazione ai cittadini, ha approvato una disciplina a tutela dei whistleblower, ha reso più trasparenti i finanziamenti alla politica e, con la legge anticorruzione del 2019, ha inasprito le pene previste per taluni reati”.

La Danimarca, con un punteggio di 88 su 100, occupa il gradino più alto nel Vecchio Continente e tra i Paesi membri dell’Ue. Rispetto alla media Ue di 64, Copenaghen fa registrare livelli molto più bassi di percezione della corruzione. Male, invece, Bulgaria, Ungheria e Romania, in coda alla graduatoria. Tutti e tre i Paesi hanno totalizzato 44 punti ciascuno.

Uscendo dall’Europa, a livello mondiale, tra le prime della classe c’è la Nuova Zelanda, con il punteggio di 88 come la Danimarca.  All’ultimo posto, con appena 12 su 100, si trova la Somalia. Molto male anche Siria e Yemen, rispettivamente 178ª e 176°.

Passando al continente americano, gli Stati Uniti han fatto registrare l’indice più basso dal 2012, realizzando un 67 su 100. Valutato come grave il licenziamento degli ispettori generali che avevano identificato casi di corruzione e frode nelle operazioni governative. Ritenuto altrettanto grave l’intervento personale dell’ex presidente Trump nel far pressione su funzionari elettorali per il riconteggio dei voti.

In Sud America i punteggi migliori nell’indice di Transparency sono stati fatti registrare nel 2020 dall’Uruguay (71 su 100), al 21° posto a livello globale.

di Tony Ardito

 

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