Poi, nel corso delle diverse epoche, molto è cambiato, finché non ci siamo messi in testa di essere i padroni e di poter disporre a piacimento di ogni cosa. E, siamo anche diventati creatori, pantocratori dice chi parla difficile, addirittura modificando le informazioni genetiche degli organismi viventi.
Da un anno, però, un nemico invisibile ci brucia i polmoni e, secondo qualcuno, potrebbe essere l’effetto di inopportune manipolazioni fatte da chi, probabilmente, è davvero convinto di essere onnipotente.
Così, i semplici cittadini, mille miglia lontani da tale impostazione, stanno oggi chiusi dentro quattro mura senza attività diversa dal passeggiare per le stanze e sprofondare in una poltrona. I più accorti escono solo per motivi essenziali e tutti diligentemente attendono il turno per avere la dose di vaccino che è stata assegnata. E, nemmeno si sa quando, perché chi dovrebbe preoccuparsene, in questo preciso momento mostra di pensare ad altro e sembra non aver tempo per queste cosucce.
In verità, il gioco con la natura è diventato assai pericoloso. Abbiamo iniziato, millenni fa, temendola e siamo arrivati, millenni dopo, a temerla di nuovo. E’ una pesante disfatta che segue, purtroppo, molte sconfitte su altri fronti.
Abbiamo perso con l’acqua, in alcune aree definitivamente avvelenata, abbiamo perso con l’aria, che ci soffoca, con il sole, che ci brucia, con i prodotti della terra, che ci ammalano, con le piogge, che ci sommergono.
In natura, sembra non ci sia più niente che ci porti rispetto, quasi a punirci di aver perso ogni rispetto.
Eppure, il caso, o la volontà di Qualcuno, chissà, ci ha offerto un sistema integrato fondato su uno stretto legame di collaborazione tra ambiente e vita, secondo il principio fisico del nulla si crea e nulla si distrugge, e con relazione biunivoca tra energia prodotta e massa che la produce. Ne abbiamo parlato la scorsa settimana con la ‘Teoria della Relatività’ applicata alla crescita della nostra Città.
Tutto questo accade perché abbiamo trascurato un semplicissimo dettaglio: a parte il mondo minerale, costituito da sostanze prive di vita, tutto il resto del creato, animale e vegetale, utilizza la stessa struttura, anche se diversamente organizzata e con differenti componenti.
Tutto è energia. Anche noi. La particella più piccola, l’atomo, è un complesso di cariche elettriche unite insieme da forze elettromagnetiche. Gli atomi, messi insieme, formano le molecole, strutture ancora inattive, e le molecole, attivate dalla presenza di stimolatori in grado di alimentarsi e moltiplicarsi, formano le cellule, prime aggregazioni alla base di quella che chiamiamo vita. Non entriamo nel dettaglio. Non ne siamo capaci e non ne usciremmo facilmente. Ma, una cosa è certa: in natura c’è una sola natura. Siamo ossa e muscoli, ma siamo energia. Una pianta è legno e foglie, ma è energia.
Purtroppo, nonostante Lauree e Diplomi, non ci siamo accorti che la differenza è solo nella composizione delle particelle e non abbiamo capito che, se pure siamo nella condizione di disporre di ciò che c’è intorno, gli eccessi della nostra vita vanno a discapito di quella di altri organismi con comune origine ed eguale diritto a partecipare a quello che chiamiamo mondo.
Nei giorni scorsi, una ulteriore caduta di rami ha dato il via ad abbattimenti di alberi di grandi dimensioni o con folte chiome.
Ancora, studi approfonditi hanno dimostrato che una pianta ha paura, come noi, ha una memoria, come noi, gode al sole, come noi, soffre al freddo, come noi, e, se ben curata, può essere più fedele di un essere umano o di un animale domestico, ripagando le nostre attenzioni con colori e profumi. E, allora, perché distruggerle?
Anche gli esseri umani possono essere pericolosi. Non per questo li ammazziamo, neppure se si ammalano. Anzi, gli ammalati li curiamo. Le piante, no. Perché?
Agli esseri umani, le folte chiome si tagliano. Alle piante no, si tagliano direttamente i tronchi.
Noi pensiamo che la paura dell’emergenza sanitaria debba costituire motivo di profondo riesame del nostro rapporto con la natura e, quindi, dei comportamenti che abbiamo posto a base di una qualità della vita inconciliabile con la sua stessa continuità.
Allora, iniziamo dalla cura degli alberi, per non soffocare, destinando ad essi risorse sufficienti a salvaguardarne ed accrescerne la presenza con nuove aree a parco e a bosco urbano.
Ma non dimentichiamo di proseguire con una diversa organizzazione della Città per ripulire l’acqua e l’aria, che ci avvelenano e, talora, ci uccidono, intervenendo sulla mobilità, sulle infrastrutture e sulle attività inquinanti.
Dobbiamo farlo, se davvero vogliamo dimostrare di aver capito qualcosa e se davvero vogliamo lasciare ai nostri figli, come prova di amore, un territorio dove condurre una vita lunga e in buona salute. Non dove temere di perderla, ogni giorno, per la nostra incapacità di riuscire a imparare la lezione.
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