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Coi soldi dei banchi a rotelle 16mila assunzioni in più nella scuola”: il fallimento dell’Azzolina

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Con quello che il governo ha speso in banchi, a rotelle e non solo, nella scuola si potevano assumere 16mila persone tra insegnanti e personale non docente. A fare i conti è stata la Uil, sottolineando che “l’errore è a monte”, è “avere pensato di poter risolvere le criticità conseguenti la pandemia investendo in arredi anziché in persone“. Dunque, anche da questi numeri arriva l’ennesima conferma del fallimento su tutta la linea del duo Azzolina-Arcuri e, con esso, di tutto il governo. Che manca di “visione”  e “programmazione” e ha “sprecato soldi”.

Le nuove assunzioni, ha spiegato Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola, avrebbero consentito di “ridurre il numero di alunni per classe”. Dunque, di affrontare diversamente il problema del sovraffollamento. Ma non c’è solo questo. C’è un “conto” impietoso fatto dal sindacalista. “Con quanto si è speso, circa 500 milioni di euro complessivi tra banchi tradizionali e a rotelle, avremmo assunto 16mila persone per un anno. Dunque, sostenuto 16mila famiglie”. Avremmo avuto, insomma, ha sottolineato il segretario della Uil Scuola, “meno problemi alla schiena” e più “benessere oltre che individuale anche collettivo”.

Turi, per altro, ha chiarito di non avere alcuna preclusione verso i banchi a rotelle, “arredi innovativi, che hanno un loro perché in situazioni particolari”. Detto ciò, però, non è possibile pensare di affrontare una fase come questa con una soluzione tanto costosa quanto al ribasso. “La mancanza di visione, di programmazione – ha sottolineato il sindacalista – ha indotto in errore portando a sottovalutare il problema”.

“Abbiamo assistito a uno spreco di risorse; di soldi spesi, non investiti; di banchi inutili in assenza di didattica innovativa, nocivi per la schiena e accatastati nelle terrazze. Quando con l’aumento dell’organico – ha ribadito il segretario della Uil Scuola – avremmo consentito la diminuzione di alunni per classe”. Intorno alla scuola “la società si sta spegnendo”, eppure è “la struttura più importante del Paese, con un milione di addetti. Mi auguro – ha quindi concluso Turi – che il prossimo ministro non sia un Messia, ma abbia peso ed efficienza politica”.

Fonte Il Secolo d’Italia

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