Mi riferisco alla delibera comunale che va a regolamentare il rito del matrimonio civile ed i luoghi ove è possibile svolgerlo, in base ad un ingiusto ed offensivo tariffario.
Ci sembra assurdo che l’utilizzo della Casa Comunale, che rappresenta la casa di tutti i cittadini (anche e soprattutto di chi è meno abbiente) sia condizionata ad un tariffario che esclude di fatto tutta la popolazione che ha un reddito basso e che non può permettersi le spese previste dall’amministrazione comunale, per coronare quella che è la giornata più bella della vita.
È inconcepibile, infatti, che per sposarsi nel Comune di Salerno, nelle varie bellissime sedi come Villa Carrara, come la Sala Gonfalone dello stesso Palazzo di Città o I Giardini della Minerva, si paghi una cifra esosa che non tutte le famiglie possono permettersi.
Pertanto la nostra richiesta immediata, a rappresentanza di tutte le famiglie a basso reddito che hanno pari diritto e pari dignità dei cittadini abbienti, è quella di fare in modo che un giorno a settimana (ad es. il giovedì) per tutti i cittadini salernitani sia il giorno dedicato alla celebrazione del rito matrimoniale senza far pagare nulla alla coppia in tutti gli spazi adibiti a tale scopo dal Comune di Salerno.
È offensivo che l’Amministrazione Comunale, da quello che l’Ufficio Matrimonio del Comune ci ha riferito, abbia stabilito in una delibera di Gennaio 2020 (che tra l’altro non si trova sul sito istituzionale del Comune, in violazione delle normative sulla trasparenza degli atti pubblici e sulla obbligatorietà della pubblicazione delle delibere) che solo il giovedì ci si possa sposare senza affrontare spese e lo si possa fare solo ed esclusivamente in una sala dell’Ufficio Anagrafe sita a via Picarielli presso una stanza di un ex istituto scolastico che è davvero poco dignitosa (con tutto il rispetto per gli impiegati che vi lavorano all’interno).
Stigmatizziamo questa scelta, questa mancanza di sensibilità, di rispetto e di pari dignità dei cittadini, perché i luoghi del Comune di Salerno sono beni pubblici ed in quanto tali devono poter essere utilizzati, in un giorno così importante per la vita dei cittadini, come servizio per tutta la comunità e non solo dai ricchi: si tratta di una battaglia di civiltà e di buon senso verso le fasce deboli e verso chi già nella vita ha problemi economici e in quei giorni non deve vedere lesa la propria dignità in una sala squallida e poco consona ad un festeggiamento che deve essere ricordato per sempre.
Faccio appello al rispetto dell’intera comunità affinché Il Consiglio Comunale e la Giunta comunale, a secondo delle competenze, intervenga su questo problema, provvedendo a rendere completamente gratuita e libera, quanto meno un giorno a settimana, qualsiasi sala già predisposta al rito civile dal Comune.
Tutti i cittadini devono avere pari dignità, devono sentire vicina l’amministrazione cittadina e devono poter usufruire della sala comunale come luogo comune, come casa di tutti e non come luogo privatizzato ad appannaggio della sola parte facoltosa della popolazione.
Come Associazione chiediamo un intervento immediato, annunciando il lancio di una petizione online http://chng.it/Hv5rCMb4Qs per far modificare il regolamento e la delibera di giunta in questione e costringere il Sindaco a tornare sui suoi passi per il rispetto di tutta la comunità firma anche tu , Sostienici!”.