Umbria, Puglia, Sicilia e provincia di Bolzano rimangono arancioni. Tutte le altre regioni sono state confermate in giallo
All’interno delle varie regioni però ci sono alcune “zone rosse”. In Abruzzo, dopo una riunione del Comitato Tecnico Scientifico regionale, dovrebbe arrivare un’ordinanza per mettere in zona rossa i comuni di Atessa, San Giovanni Teatino e Tocco da Casauria
“A Tocco da Casauria è arrivata una zona rossa che si è resa necessaria non tanto per i dati delle ultime ore – ha spiegato il sindaco della città, Riziero Zaccagnini – ma per l’evoluzione e la crescita costante che abbiamo riscontrato per cui tutto ci fa pensare che nelle prossime ore potrebbe diventare ancora maggiore”
Il governatore dell’Abruzzo, Marco Marsilio, con un’ordinanza ha imposto “l’attivazione della didattica a distanza per 14 giorni, con decorrenza da lunedì 8, nelle scuole secondarie di secondo grado, su tutto il territorio regionale”. Nel provvedimento viene evidenziato come il Gruppo tecnico scientifico regionale (Gtsr) abbia evidenziato “l’alto impatto che l’aumentata mobilità dovuta alla riapertura delle scuole e di comportamenti che non garantiscono il corretto distanziamento sociale” hanno sul “riacutizzarsi della circolazione del virus”
Zona rossa anche nel comune di Chiusi (in provincia di Siena) dal 7 al 14 febbraio: lo ha reso noto Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, sulla sua pagina Facebook
“Varianti al virus più aggressive e di rapida trasmissione – ha scritto il governatore della Toscana- sono state registrate al confine con la regione Umbria, nel comune di Chiusi. Con il sindaco Juri Bettollini abbiamo concordato, in modo preventivo e precauzionale, le misure della zona rossa per una settimana all’interno del territorio municipale da domenica 7 al 14 febbraio”
Anche la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, ha annunciato dei provvedimenti “puntuali che interesseranno le aree maggiormente colpite e che “saranno quelli previsti per le zone rosse“, ha aggiunto. Potrebbero esserci restrizioni in alcune zone del perugino
La Provincia autonoma di Bolzano, attualmente in zona arancione, ha deciso di tornare in lockdown dall’8 febbraio e per tre settimane, dopo che la mappa Ue dell’Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) ha confermato il territorio in “rosso scuro”. Chiusi i negozi, didattica a distanza nelle scuole, divieto di spostamento dai Comuni
“È meglio avere una regione gialla o arancione con zone rosse all’interno per contenere dei focolai dovuti magari a varianti piuttosto che avere un’intera regione rossa. Questo anche per preservare l’economia della regione”, ha detto il direttore della Prevenzione del ministero della salute Gianni Rezza alla conferenza stampa sul monitoraggio settimanale
“In alcune regioni si registra la circolazione di varianti virali per cui è necessario prendere provvedimenti particolarmente restrittivi soprattutto nei comuni colpiti”, ha spiegato ancora Rezza durante la conferenza stampa
Il 15 febbraio, intanto, scade il divieto di spostamento tra le Regioni in zona gialla. Il destino della misura è incerto a causa della crisi di governo in atto
Il 15 febbraio sarà il nuovo governo a stabilire il percorso da seguire. In caso invece non dovesse essersi ancora insediato un esecutivo, il provvedimento sarebbe destinato a decadere senza essere prorogato
L’indicazione data dal Cts al governo Conte era quella di proseguire con la misura almeno fino al 5 marzo, quando scadranno gli altri provvedimenti contenuti nell’ultimo Dpcm firmato da Conte
fonte SkyTg24.it
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