Le dichiarazioni del presidente Nicola Pellegrino
Dispiacere evidente nelle dichiarazioni del patron Nicola Pellegrino: «Risulta difficile trovare le parole giuste per esprimere le sensazioni che proviamo in questo momento. C’è sicuramente tanta amarezza e disappunto, a cui fa da contraltare però la convinzione di aver preso la decisione giusta. Non è stato facile, ma il nostro senso di responsabilità ci ha imposto di fare un passo indietro».
«Con estrema sincerità, dico che la comunicazione inviataci nei giorni scorsi da parte della FIP mi ha lasciato alquanto perplesso. Si vuol dar vita ad una stagione che non poggia assolutamente su basi solide. Con un numero di squadre ancora incerto, ad oggi non sono state definite ancora le date di inizio e fine del torneo. A pesare ancor di più, è l’incertezza legata alla situazione sanitaria. Come precisato infatti anche dalla FIP Campania, un eventuale riacutizzarsi dell’emergenza potrebbe condurre ad un’interruzione anticipata di una stagione già di per sé monca. A questo punto, mi chiedo che senso abbia far tutto ciò e perché non si concentrano tutte le energie per programmare al meglio la stagione 2021/2022».
Troppe le incertezze per disputare una stagione in maniera serena: «Sono troppe le incognite e i rischi da mettere in conto, a partire appunto da quelli sanitari. Nonostante il protocollo stilato dalla federazione, ritengo che il pericolo di contagio sia troppo elevato. Mettere a repentaglio la salute dei componenti del club, mi è sembrato dunque un azzardo troppo grande da prendere. Altro elemento da tenere in considerazione è quello tecnico e fisico di atleti, è bene ricordarlo, non professionisti. Dopo un lungo periodo di inattività, la prospettiva sarebbe quella di iniziare una stagione senza svolgere un’adeguata preparazione fisica. A ciò si aggiungerebbe, evidentemente, un calendario caratterizzato da numerosi impegni infrasettimanali (inevitabili per concludere la regular season entro i termini tradizionali). Tutto ciò esporrebbe gli atleti ad un alto rischio di infortuni. Un discorso, quello del calendario fitto, che andrebbe a ripercuotersi in maniera pesante anche sulle questioni logistiche e sulle misure da mettere in pratica per rispettare il protocollo sanitario».
A pesare sulla decisione, è stata anche l’annosa questione ancora irrisolta legata al “PalaBerlinguer”: «Al netto dei pur tanti dubbi che nutro sullo svolgimento di questo campionato, la nostra società è chiamata a fare i conti anche con l’ormai reiterata indisponibilità dell’impianto di gioco di casa. Da tre anni siamo obbligati a convivere con una situazione di incertezza totale, che ci ha costretto a più riprese ad uno spiacevole pellegrinaggio per svariati palasport. Ad oggi è per noi difficile pensare ad una programmazione a lungo termine, senza avere la certezza di poter disporre in maniera continuativa della struttura. Ciò va a mettere in discussione anche il progetto di sviluppo e crescita del nostro settore giovanile, iniziato in questi anni. La formazione e valorizzazione dei nostri talenti, che rappresenta uno degli obiettivi primari del club, è strettamente legata a questo aspetto. L’auspicio è che le istituzioni possano venire a capo di questo nodo, permettendoci di svolgere al meglio le nostre attività».
La chiusura è dedicata al futuro del club, ai tifosi e alle emozioni negate da questo lungo periodo di inattività: «Per la nostra società, la categoria non ha mai rappresentato il punto focale. Disputare il campionato di Serie C Gold ha rappresentato ovviamente un grandissimo orgoglio. Qualora dovessimo ritrovarci a disputare categorie inferiori nei prossimi anni, la promessa è quella di fare il massimo per ritornare lì dove abbiamo dimostrato di meritare di essere. Al di là di questo, però, il Basket Bellizzi rappresenta soprattutto una grande famiglia. Una famiglia in cui un ruolo fondamentale è giocato dai nostri tifosi. Un velo di tristezza mi avvolge se penso che è trascorso ormai un anno dall’ultimo incontro casalingo disputato davanti al nostro pubblico. Il regalo più bello, superata questa pandemia, sarà sicuramente quello di poter tornare a condividere emozioni e abbracci al “PalaBerlinguer”».