Quanto sta accadendo ai Medici dell’Emergenza Territoriale Convenzionata è inaccettabile. Un’ingiustizia verso una categoria di colleghi, che devono vivere l’angoscia del vedersi decurtato lo stipendio e di essere sottoposti a richieste di restituzioni anche di 90mila euro. E dire che i Medici dell’emergenza Territoriale sono quelli che in questi mesi hanno dimostrato, anche con il sacrificio della vita, quanto importante sia stato il loro apporto nella gestione della pandemia da Covid 19.
A nostro avviso la problematica sovra esposta è la conseguenza di una non adeguata rappresentazione da parte della Regione Campania alla Corte dei Conti dell’intera vicenda. L’indennità contestata (5,6 euro/ora ndr) fu introdotta con delibera di giunta regionale nel 1999, come remunerazione aggiuntiva al trattamento economico previsto per il medico di guardia medica dal contratto allora vigente (transitarono circa 3000 colleghi), in considerazione dei rischi e della specifica attività lavorativa, definita nella delibera “usurante” e ad “elevato rischio fisico”. Questa scelta permise di istituire il Servizio di Emergenza Sanitaria Territoriale senza dover ricorrere alla assunzione ex novo di circa 1400 Medici, comportando quindi un notevole risparmio alle casse regionali.
Come Coordinamento Regionale chiediamo alla Regione Campania di produrre un chiarimento con una interpretazione autentica della DGRG 6872/99, circa la natura dell’indennità e la sua validità sine die, fatti salvi ovviamente i provvedimenti regionali pregressi.
Riteniamo che questa situazione, se non sarà rapidamente affrontata dalla Regione, avrà drammatiche ripercussioni, non solo sulla sfera privata dei colleghi interessati, con insostenibile penalizzazione economica e mortificazione professionale, ma anche su tutto il sistema regionale di Emergenza urgenza, già in notevole sofferenza, che potrebbe giungere al collasso proprio in un momento così critico per il persistere della pandemia covid-19.