Dopo aver occupato Roma e aver assaltato inutilmente il Campidoglio, salvato dalle oche sacre a Giunone che non dormivano di notte e che, per rispetto verso la dea, non erano state mangiate dagli assediati, concordò con i vinti l’ammontare della loro resa e si mise a fianco di quelli che pesavano l’oro da intascare.
Epperò, i pesi erano stati falsati a suo favore e i Romani, avendo capito il gioco, cominciarono a protestare.
Brenno, allora, gettando anche la sua spada sulla bilancia pronunciò la famosa frase ‘vae victis’ che, praticamente, voleva dire: ‘avete perso, peggio per voi’. Frase oggi molto usata da chi raggiunge il potere, non importa se meritato o meno, e lo esercita sbeffeggiando, mortificando e finanche umiliando chi non è dalla sua parte.
Ma, il Gallo aveva fatto male i conti. Perché, arrivò in tempo il Console Marco Furio Camillo che gli oppose l’altra famosa frase; ‘non con l’oro, ma con la spada, deve essere salvata la Patria’. Cioè: ’hai sbagliato a cantare vittoria’.
E, infatti, non solo Brenno fu cacciato via, ma i suoi Galli ne presero di santa ragione in una battaglia poco lontano da Roma dove non sopravvisse neppure uno di loro.
Roma, però, era ridotta a un cumulo di macerie. Fu lo stesso Camillo a decidere la ricostruzione delle case assumendo a carico dello Stato le spese per le tegole delle coperture mentre mattoni e travi di legno si potevano recuperare da ogni parte.
La nostra Città sta vivendo, oggi, tempi difficili che stanno causando le stesse conseguenze di una guerra, seppure la pandemia non metta in pericolo le case. Di più, la stessa natura ci sta mettendo qualcosa di suo, sia con le condizioni meteo gravissime di questo periodo, sia rispondendo pesantemente con allagamenti, frane e smottamenti ad indebiti attacchi portati al territorio.
In verità, quanto ai soldi, non può negarsi che qualche problema ci sia.
Dopo le delibere di approvazione degli ultimi documenti contabili di fine Novembre e fine Dicembre, sono emerse evidenti criticità. I minori incassi sulle Entrate Tributarie Proprie e su quelle Extra-tributarie hanno causato un deficit di cassa di oltre 44.7milioni di euro, alla data del 30/11/20, coperto con il ricorso ad una anticipazione di liquidità della Cassa Depositi e Prestiti (fonte: Bilancio Preventivo).
E, purtroppo, anche i debiti sono ingenti. Nel consolidato del ‘Gruppo Amministrazione Pubblica’ a fine 2019, essi sono dichiarati pari a 583,4milioni di euro, di cui 396,3 di natura finanziaria (fonte: Bilancio Consolidato). Oggi, il totale avrà ben superato i 600milioni. Del resto, qualche sera fa, la Città è stata citata in tv per essere quella più in ritardo, in Italia, con i pagamenti ai fornitori: 360 giorni. Che, sommati ai 60 di legge, fanno 420 (fonte: Tg5+altre).
Con le attività che languono, i redditi in picchiata e le famiglie indebitate, è pensabile che il Consuntivo 2020 possa offrire un quadro verosimilmente più pesante e più preoccupante.
Così, seguendo l’esempio del Console Camillo, riteniamo di poter parafrasare le sue parole dicendo: ‘non con i soldi, ma con i progetti concreti, deve essere recuperata la Città’.
Per fortuna, sembra che le proposte non manchino, complice anche la imminente competizione elettorale.
Epperò, esse appaiono ancora generiche, nebulose e rivolte a singoli settori o comparti, senza fornire una visione chiara di ciò che davvero si vuole fare, senza assicurare la compatibilità con le risorse disponibili e senza precisare la competenza tra pubblico e privato.
Noi riteniamo, preliminarmente, che l’Ente territoriale non possa mancare di svolgere pienamente il suo ruolo di gestore del bene comune offrendo sostegno finanziario, indirizzi e certezze a chi, ancora oggi, ha la forza di aprire il cancello o di alzare la saracinesca della sua attività.
Ma, sappiamo bene che, se fosse, non sarebbe sufficiente.
Per sconfiggere il buio che ci avvolge, psicologicamente e anche fisicamente, sono assolutamente necessari comportamenti costruttivi da parte di menti e coscienze in grado di ‘apportare la luce delle idee e delle proposte’ senza la ‘contaminazione’ della voglia di ‘apparire’ o di acquisire una ‘maggior gloria’ personale.
E, sono necessari progetti semplici, ma efficaci, poco costosi, coerenti con la nostra natura, compatibili con le nostre disponibilità, rispettosi dell’ambiente e adeguati alla professionalità dei nostri giovani.
Non sono più i tempi di Camillo e non abbiamo bisogno di qualcuno che possa aspirare ad essere acclamato, come lui, ‘Console, Romolo e Salvatore della Patria’. Di Camillo dobbiamo avere, tutti, la stessa determinazione accompagnata dal coinvolgimento, dalla partecipazione e dall’amore della gente.
Solo così sarà possibile realizzare la ‘Salerno Nuova’, espressione di una Comunità di anime in grado di condividere, con orgoglio, le origini, la storia, le tradizioni, le speranze, i sogni e le ambizioni. Non di esprimere un groviglio di interessi, di egoismi e di personalismi.
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