Si chiama B.1.525 ed “è una variante nota”, ha detto il genetista Giuseppe Novelli, dell’Università di Roma Tor Vergata. Come la maggior parte delle varianti finora note, anche questa è stata generata da mutazioni del patrimonio genetico della proteina Spike, che il virus utilizza per agganciarsi alle cellule.
In particolare le mutazioni riguardano la regione del genoma che corrisponde al recettore Rbd, una sorta di braccio destro molecolare della proteina Spike in quanto l’aiuta a riconoscere il recettore Ace2, la serratura attraverso la quale la proteina si apre un varco nella cellula. Il Paese che finora ha isolato di più la variante B.1.525 è la Gran Bretagna (con 39 casi), seguita da Danimarca (35), Nigeria (29), Stati Uniti (10), Canada e France (con cinque casi ciascuna), Ghana (quattro), Australia e Giordania (due casi ciascuna) e infine Singapore, Finlandia, Belgio, Spagna e adesso anche l’Italia, con un caso ciascuna.
Commenta