“So che la politica può farcela fino a un certo punto, e se le persone abbassano l’attenzione i casi aumentano. E lo hanno fatto. Natale, anche San Valentino, tutti hanno abbassato la guardia. Più passa il tempo e più le persone si ritrovano anche in maniera segreta. Dovunque in Italia ci sono serate in casa, 10-15 persone che mangiano la pizza, che bevono l’aperitivo quando finiscono di lavorare. La popolazione non ce la fa più ma non si può pensare che se faccio una serata a casa con gli amici il virus non entra”.
Sorbillo fa un quadro ampio: “Noi tutti, e comprendo anche la politica e la comunità scientifica, affrontiamo una cosa più grande di noi. A marzo 2020 mi sono esposto dando una prospettiva grave per ristorazione e bar, ho fatto appelli pubblici. All’epoca ironizzavano sulle mie iniziative, mi dicevano che ero pazzo, che ingigantivo le cose, che la faceva tragica e invece i fatti mi hanno dato pienamente ragione”.
E ora con la zona arancione si abbandona anche il pranzo al ristorante: “Era una boccata d’ossigeno – dice Sorbillo – ora torniamo a un anno fa, e riprendiamo da zero la lotta alle varianti. Io penso che i ristoranti mantengono le distanze, non si può chiudere di nuovo. Già molti ristoratori hanno chiuso definitivamente per i fitti che si sono accumulati, sono stati sfrattati, le utenze vanno avanti.
Ma poi questa chiusura improvvisa non ha senso, noi lavoriamo con merce deperibile, pomodoro, mozzarella, pasta che se lievita e non viene usata ‘scoppia’. Ci serve una previsione. E invece no, chiusura di nuovo mentre supermercati, negozi, gallerie commerciali restano aperte. C’è un accanimento contro la ristorazione”.
I ristoratori se la devono prendere con chi non rispetta le regole: con chi non indossa la mascherina, con chi fa di tutto per non stare alle regole che ci vengono date per evitare appunto di chiudere tutto.
SORBILLO CARO PER QUANTO FAI PAGARE LE TUE FAMOSE PIZZE GOURMET POTRESTI STARE CHIUSO UN ALTRO ANNO
Invece di rompere le scatole adesso cercate di mettere un freno all estate , in quel periodo tutti sordi e ciechi eh … state facendo solo ridere
Sig De CUsati,Sorbillo come dice lei si può anche permettere di stare chiuso, ma quelli che lavorano con lui verranno a mangiare a casa sua?
… sicuramente le parole di Sorbillo sono allarmanti, tuttavia sabato scorso volevo prenotare le pizze da farsi portare a casa. Tempi di attesa: non prima di 1ora e mezza!!! Certo, sarà un caso, ma tutti quelli che lavorano nelle agenzie di viaggio, negli gli alberghi, nei teatri, cinema, tutti quelli del mondo della musica (concerti, piano bar, ecc,), i fiorai, i fotografi ecc. ecc., sono proprio fermi! Purtroppo, c’è molta irresponsabilità nella gente, della serie: tanto capita agli altri e non a me!!!
Se tutti rispettassero le poche e semplici regole non si chiuderebbe niente…
Li metti in cassa integrazione. Non mi dire che i soldi non li tiene, perchè non ti credo, essendo rinomato ha tante catene di pizzerie, puo benissimo pagarli. Il problema forse è che ad alcuni imprenditori del sud brucia il culetto di pagare i dipendenti per stare a casa ( dico imprenditori del sud, perchè venendo da lì, conosco ed ho vissuto questo comportamento).
Se poi vogliamo parlare dei ristori che non ci sono questo è un altro discorso, ma non puoi scrivere che non vengono pagati. Con la cassa integrazione hai il diritto di ricevere 80 o 50 % dello stipendio.