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Speranza: “Prossimo Dpcm Covid dal 6 marzo al 6 aprile, non ci sono le condizioni per riaprire”

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Il Prossimo Dpcm covid sarà in vigore dal 6 marzo al 6 aprile, lo ha annunciato il ministro della Salute Roberto Speranza, durante le sue comunicazioni in aula al Senato. “I ritardi di alcune forniture dei vaccini, che pure ci sono, non cambieranno l’esito della partita: il Covid è destinato a essere arginato. Finalmente vediamo la luce in fondo al tunnel.

Ma bisogna essere chiari: in questo ultimo miglio non possiamo assolutamente abbassare la guardia: non ci sono oggi le condizioni epidemiologiche per abbassare le misure di contrasto alla pandemia” ha poi dichiarato Speranza.

“Le terapie intensive sono sopra la soglia critica in 5 Regioni e l’Rt si avvia a superare la soglia di 1” ha proseguito il Ministro, sottolineando che “La presenza di varianti condizionano l’epidemia e l’inglese sarà prevalente” per questo bisogna “Alzare la guardia”

I dati sono più chiari e precisi delle parole: in Europa ci avviciniamo alla soglia di un contagiato ogni 10 abitanti, credo che sia un dato che esprima da solo la forza e la pericolosità di questo virus. Nel mondo siamo a 2 milioni e mezzo di persone che hanno perso la vita. Mi limito a richiamare una notizia: una notizia terribile nella sua drammatica evidenza. Negli Stati Uniti il virus ha provocato più morti della prima e seconda guerra mondiale e della guerra del Vietnam.

La Gran Bretagna è in lockdown da due mesi, il terzo in totale. La Spagna ha misure molte restrittive, il Portogallo è in lockdown, la Germania è in lockdown generale da dicembre. In Francia continuano a perdurare importanti misure restrittive, come il coprifuoco alle 18 e la chiusura di bar e ristoranti. Per la prima volta anche la Svezia si è dotata di una legge nazionale che conferisce al governo il potere di decidere lockdown totali.

Mi sembra evidente che diversi governi hanno scelto la linea comune del massimo rigore. L’Italia si muove nel solco di questa linea europea di prudenza e di cautela. Sarebbe un grave errore se affrontassimo in modo diverso dalle nazioni a noi vicine questo ultimo miglio.

Il ministro ricorda la diffusione della variante inglese in Italia e conferma il sistema basato su zone gialle, arancioni e rosse anche per le prossime settimane. In più aggiunge che le ordinanze settimanali sul cambio dei colori entreranno in vigore, da ora in poi, a partire dal lunedì successivo.

“Dovremo verificare passo dopo passo se le misure siano adeguate a fronteggiare la situazione. La bussola nella scrittura del prossimo dpcm, in vigore dal 6 marzo al 6 aprile, sarà sempre il principio di salvaguardia della salute”, aggiunge.

Speranza conclude il suo discorso parlando della situazione dei vaccini:

Si procede a un ulteriore miglioramento della logistica di supporto. È decisiva la consegna puntuale delle dosi opzionate per tempo. L’Italia non si rassegna alla riduzione delle dosi. Con i vertici delle istituzioni comunitarie stiamo esercitando la massima pressione sulle aziende produttrici per trovare azioni necessarie per affrontare questo problema e vanno perseguite tutte le soluzioni possibili.

Dinanzi a un’emergenza sanitaria non regge l’idea di una proprietà esclusiva dei brevetti, vanno messi a disposizione di tutti i Paesi. Il vaccino deve essere effettivamente un bene comune, accessibile a tutti, un diritto di tutti non un privilegio di pochi. Non dobbiamo coltivare una illusoria autosufficienza nazionale, ma essere un partner importante europeo.

Dobbiamo ultimare il più rapidamente possibile la prima fase della nostra campagna vaccinale per mettere in sicurezza tutto il personale sociosanitario, le Rsa e gli over 80. Poi la priorità sono le persone fragili. Il terzo obiettivo riguarda le prenotazioni e le vaccinazioni per il personale scolastico, che rappresenta una priorità per favorire la didattica in presenza.

Ai milioni di italiani che aspettano il loro turno per essere vaccinati, ripeto il messaggio di fiducia e speranza: il lavoro della comunità sta proseguendo studiando le varianti, la produzione di vaccini per miliardi di persone ha messo a dura prova il sistema industriale. Ci sono stati ritardi che saranno superati, ma la campagna vaccinale non si ferma. L’Italia è un grande Paese e sarà all’altezza di questa sfida.

 

 

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