In questa prima settimana, “stimiamo in circa 100mila le dosi arrivate ai medici nelle regioni partite. Un numero ancora scarso, mentre va sottolineato il ritardo di varie regioni”, afferma.
In questo momento, nelle vaccinazioni anti-Covid “si sta creando una forte discriminazione nei confronti dei soggetti con patologie e più fragili: dal momento che il vaccino che sembrerebbe più disponibile è AstraZeneca, utilizzabile però solo nella fascia 18-65 anni senza patologie, molte dosi non si stanno infatti utilizzando per la categoria dei vulnerabili ma sono dirottate su altri soggetti meno prioritari”.