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Spinella (Cnr): “Le varianti cambiano la trasmissibilità del virus”

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L’attuale calcolo dell’indice di trasmissibilità Rt “deve essere arricchito di una metodologia che possa tenere conto che ci troviamo in una fase in cui c’è una parte di positivi che trasmette il virus standard e una parte che trasmette il virus variato, che ha una maggiore trasmissibilità del 40%”.

A dirlo è il fisico Corrado Spinella, direttore del Dipartimento di scienze fisiche e tecnologie della materia del Cnr, il Consiglio nazionale delle ricerche, sulla base delle evoluzioni del calcolo differenziale sviluppato da lui e dal team del suo dipartimento con l’algoritmo “scova varianti”.

“È il momento di adottare misure più severe se si vuole ridurre la curva dei contagi, perché a un aumento della velocità della contagiosità è necessario rispondere con azioni sicuramente più incisive rispetto a quelle seguite quando era prevalente il virus con la contagiosità standard. Sulla base delle analisi regionali fatte dall’algoritmo, emerge che l’idea del confinamento su base locale dei focolai è velleitaria, perché quando si pensa di chiudere o confinare un borgo la variante è già intorno a lui. Già quando la si vede bisogna prendere atto che sta colpendo duro e che circola da un bel po’”.

Spinella ha anche spiegato che “una variante per diventare prevalente all’80’% in una determinata Regione impiega circa 3 mesi dalla sua prima comparsa. Per passare dal 40% all’80% ne impiega invece circa uno. Momentaneamente l’Italia è in un percorso ‘a doppio binario’, in regime transiente, come direbbero i fisici, con contagi del virus ‘standard’ e contagi di virus variati”

 

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