Lo afferma in una nota l’avv. Antonio Cammarota, presidente della Commissione Trasparenza, il quale afferma che “I platani non erano malati, altrimenti lo sarebbero anche quelli adiacenti rimasti in piedi e non interessati dall’intervento. Dunque, quei platani non sarebbero stati mai abbattuti”.
A riprova, Cammarota cita l’assessore all’urbanistica, che “con una affermazione che lascia senza parole, giustifica l’abbattimento perché la delocalizzazione, guarda caso onerosisissima, sulla sola base di una relazione di parte dell’impresa privata e non della Pubblica Amministrazione”.
“Ma c’è di più”, incalza Cammarota: “non è dato comprendere se, al momento delle scelte di intervento urbanistico del Pua e quindi a interesse privato, sia stato contemperato o meno nell’interesse pubblico e quindi nella sua prevalenza l’abbattimento dei platani, evidentemente prevedibile ora per allora, proprio perché non ammalorati”.
“Non solo”, continua Cammarota, “i platani abbattuti diventeranno legna da ardere e quindi non sarà più possibile certificare l’effettivo stato di salute, sia in ordine all’abbattimento che alla mancata delocalizzazione, e quindi le eventuali responsabilità”.
“Ed allora”, conclude Cammarota, “l’amministrazione comunale, che dopo anni di alberi caduti tra la gente sbandiera a fine mandato convenzioni con ordini professionali, faccia intervenire gli agronomi e i propri tecnici per verificare il reale stato dei platani e la loro impossibilità alla delocalizzazione, e si proceda a fare chiarezza su tutto”.