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Covid Free e passaporto sanitario: la Cina fa da pioniere

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Covid Free e passaporto sanitario: discussioni, applicazioni, casi ma nulla di concreto.
Almeno per ora. Infatti mentre il nostro paese è impantanato in una fase di stallo a causa del gap comunitario, il resto del mondo guarda oltre.
Cosa c’è dopo la pandemia e quali sono le modalità per entrare nello scenario successivo di ripartenza mondiale.
Il termine Covid Free è stato tra i più battuti degli ultimi mesi, nonostante non abbia mai preso il sopravvento in termini di efficacia ed attuazione.
Un paese del varesotto, Viggiù, dopo la vaccinazione di massa che ha coinvolto tutti gli abitanti di maggiore età, si è candidato come prima realtà italiana Covid free.
Le principali isole italiane, Sardegna e Sicilia, e la penisola sorrentina pensano ad una strategia turistica di accoglienza di turisti esclusivamente vaccinati.
L’Israele, paese pilota della sperimentazione vaccinale, ha introdotto la carta verde che consente il ritorno alla normalità totale soltanto per coloro che risultano immunizzati.
Il mondo mediatico ha coniato oggi un concetto applicato solo per viaggi aerei, dove gli individui sono stati sottoposti al tampone rapido prima di imbarcarsi sul velivolo.
Per il resto Covid Free è solo un termine che fa parte del l’immaginario collettivo, e sul quale mezzo mondo discute oggi per comprenderne estensione e possibilità di utilizzo.
Il passaporto vaccinale invece è diventato realtà in Cina, ed è il mezzo che consentirà ai cinesi di viaggiare.
Un certificato digitale, con fruizione tramite WeChat, consentirà al popolo asiatico di tornare alla normalità anche in ambito internazionale.
Il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, ha specificato l’obiettivo di riprendere la ripresa economica mondiale e facilitare i viaggi oltre frontiera.
In questa fase iniziale si tratta di un certificato che attesta lo status vaccinale del soggetto, può essere anche cartaceo, vale solo per la popolazione nazionale, e non è obbligatorio
Olindo Nuzzo
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