In molti (ad eccezione dei salernitani) scoprirono l’indole dello “sceriffo”, che ogni venerdì si presentava davanti alla telecamera su uno sfondo azzurro, con le bandiere italiana ed europea da un lato, una pianta dall’altro, e sulla scrivania l’immancabile bicchiere d’acqua.
Le “mascherine” di Bugs Bunny
Una delle sue uscita più clamorose sulle mascherine mandate dalla Protezione civile: «In Campania sono arrivate 552mila mascherine – ha annunciato il governatore campano mostrando al pubblico il “dispositivo di protezione” – ci vuole veramente una fantasia accesa per definirle mascherine, a meno che non si pensi alle maschere che usano i nostri nipoti a Carnevale. Questa va bene per fare Bunny il coniglietto».
«Non la metto io – ha aggiunto – per non pregiudicare in maniera definitiva quel poco di estetica che le ingiurie del tempo mi hanno lasciato, ma se ve la mettete le vostre orecchie usciranno da queste fessure e avrete la faccia di Bunny il coniglietto». «Allora ragazzi – ha proseguito De Luca – facciamoci un sorriso anche in momenti difficili, ma non le chiamate mascherine. Per quel che mi riguarda ho scoperto che hanno una grande efficacia per pulire gli occhiali, sono un prodotto eccezionale. Ma per gli ospedali, vi voglio bene, vi voglio bene, per l’amor di Dio, lasciamo perdere».
I “porta seccia”
Durante la stessa diretta De Luca se l’è presa anche con i “porta seccia” (porta sfortuna, ndr), inanellando un discorso che ha attinto anche alle leggi della fisica gravitazionale: «Per due o tre settimane non abbiamo avuto reazioni, ma negli ultimi due tre giorni è emerso qualche elemento di sciacallaggio. Mi meraviglio che ci siano persone che trovano tempo di fare speculazioni politiche con questi chiari di luna».
«Noi in Campania dobbiamo combattere contro due nemici: il primo è il virus, il secondo sono i porta seccia. L’unico collasso è nel vostro cervello – ha aggiunto De Luca – c’è un buco nero tra le vostre orecchie con una tale forza di gravità che non rende possibile l’uscita del pensiero. Non sta arrivando niente, abbiamo sollevato con forza il problema delle forniture. Se ci arrivano le forniture il problema è governabile».
L’uso del lanciafiamme contro le feste di laurea
De Luca sembra riuscire a imbastire i propri discorsi tra il serio e il faceto, abbinando tempi comici teatrali a comunicazione istituzionale, grazie anche all’utilizzo di termini desueti o obsoleti, o piccole uscite in dialetto. Ma ad attirare l’attenzione sui punti settimanali di De Luca è stato certamente il suo monito verso chi, pare, aveva intenzione di organizzare una festa di laurea durante la quarantena.
In questa occasione, “Vincienzo” ha subito messo le cose in chiaro, rievocando, in senso lato, una sua vecchia celebre uscita, pronunciata in una seduta del Consiglio regionale: «Se volete collaborare bene, se volete le sciabole, meglio»: «Avremo una stagione in cui centinaia di ragazzi si laureeranno – ha osservato il governatore campano – Mi arrivano notizie che qualcuno vorrebbe preparare la festa di laurea. Mandiamo i carabinieri, ma li mandiamo con i lanciafiamme».
Il tutto mentre sui social iniziavano a comparire sempre più pagine a lui dedicate: “Vincenzo De Luca Imperatore dell’Universo“, “Vincenzo De Luca che chiude cose“, “Vincenzo De Luca lo sceriffo“, contenenti meme e mash-up video con protagonista il governatore campano. Scavando nelle uscite passate del presidente, però, sono tornate a galla anche alcune affermazioni che hanno destato scetticismo misto a un’eufemistica perplessità, come nel caso del dispiegamento dell’esercito per strada, o dell’abbattimento dei campi rom.