Il mondo della cultura e dello spettacolo, già in ginocchio da diversi mesi a causa della pandemia da coronavirus che ha colpito l’Italia come il resto del mondo, dovrà quindi ulteriormente aspettare per provare a ripartire. Il nuovo decreto varato dal governo, di fatto, ha cancellato le zone gialle (solo la Sardegna può sorridere, regione “bianca” per il basso livello di contagio che si registra ormai da tempo) e di conseguenza è saltato quanto previsto dal Dpcm precedente. Nessuna deroga è prevista: rimarrà tutto chiuso.
Purtroppo, non c’è da sorprendersi. L’annunciata riapertura, alla luce dei dati sull’epidemia in Italia, era difficilmente pronosticabile anche un paio di settimane fa. Legarla alla esistenza delle zone gialle era sembrato demagogico agli addetti ai lavori, pessimisti allora e sconcertati adesso. Difficile prevedere anche quel che accadrà dopo il 6 aprile. Di certo, adesso, è che nelle prossime settimane l’unica pista perseguibile rimarrà quella di organizzare spettacoli da trasmettere in streaming o di utilizzare gli spazi come gli ambienti per riprese cinematografiche e audiovisive rispettando ovviamente le misure di sicurezza previste per tali attività.