“Il punto non è essere a prescindere rigoristi o aperturisti”, ha osservato il ministro, “dobbiamo essere realisti e credo che questo governo lo sia. Guarda in faccia i problemi che adesso ci sono e non possono essere sottovalutati.
Il fatto nuovo sono le varianti, quella inglese in particolare che ormai è prevalente del nostro Paese. Nell’ultimo studio dell’Istituto superiore di sanità rappresentava il 54% dei casi, ma ora ci aspettiamo un dato ben più alto. È chiaro quindi che abbiamo bisogno di misure adeguate, capaci di piegare la curva”.