Il tecnico in seconda della Cavese ha dovuto iniziare questa battaglia nonostante la giovane età ed il fisico sano, senza patologie pregresse: dopo una prima febbre che non aveva però fatto disperare è stato un mese drammatico quello vissuto dal mister, il cui malessere è iniziato alla metà di febbraio. Un dolore al petto, un po’ di spossatezza, una leggera febbre inizialmente scesa con una tachipirina.
Poi una prima anomalia al test antigenico, e la riscontrata positività al Covid-19, che lo ha obbligato all’isolamento casalingo prima che le sue condizioni peggiorassero. Poi ha iniziato a desaturare e – come ricostruito dal sito Tuttomercatoweb – era stata allestita a casa una sorta di terapia intensiva, con tanto di ossigeno e monitoraggio della situazione, aggravatasi per un polmonite che in un primo momento non rientrava comunque nei parametri di ospedalizzazione.
Il ricovero presso l’ospedale di Frattamaggiore è stato però abbastanza imminente, ma la situazione clinica del mister è andata sempre peggiorando: da circa 15 giorni era intubato fino ad oggi quando è avvenuto il decesso.
Vanacore ha avuto un passato da calciatore professionista, totalizzando 481 presenze in carriera, militando in club prestigiosi, tra cui Benevento, Catanzaro, Casertana, Juve Stabia e Potenza. Dopo aver appeso le scarpette al chiodo, si è seduto al fianco di Sasà Campilongo sulla panchina della Cavese in qualità di vice. Proprio l’allenatore aquilotto aveva manifestato in questi giorni attraverso numerosi messaggi il suo sostegno affinché l’amico e collega potesse tornare quanto prima accanto a lui sulla panchina della Cavese.