ad un decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca per equivalente, per
l’ammontare di oltre 1 milione di euro, nei confronti di un noto imprenditore locale, indagato per evasione fiscale.
Gli accertamenti sono stati avviati dopo la verifica della posizione di una società di Capaccio- Paestum (SA), operante nel commercio di prodotti ittici, da parte delle Fiamme Gialle della prima Compagnia di Salerno. Attraverso l’incrocio delle banche dati in uso, è emerso un notevole disallineamento tra i ricavi dichiarati al Fisco e quelli che risultano effettivamente conseguiti.
L’Amministrazione finanziaria, infatti, riesce a tracciare analiticamente i rapporti commerciali che imprese e professionisti intrattengono con fornitori e clienti, potendo rilevare ‒ grazie a specifici applicativi informatici ‒ tutte le fatture emesse e ricevute.
Nel caso di specie, gli alert sono stati diversi, primo tra tutti l’ammontare pressoché nullo dei guadagni attestati, pari ad un solo euro (il “minimo sindacale” per non incorrere nella più grave fattispecie di “Omessa dichiarazione”), oltre alle forti discrasie rispetto ai dati degli ultimi anni; sintomatica, del resto, l’assenza di versamenti di imposta con gli F24, come pure l’ubicazione a Roma ‒ ancorché sulla carta ‒ della sola sede legale.
Al termine delle indagini, i militari hanno così scoperto, in relazione al solo anno 2018, quasi 5.000 fatture di vendita emesse, per un totale di circa 6 milioni di euro di elementi positivi sottratti all’imposizione dell’IVA e delle imposte dirette. Alla luce di queste risultanze, per garantire il pagamento dei crediti erariali, il G.I.P. del Tribunale di Salerno ‒ su richiesta della Procura della Repubblica alla sede ‒ ha disposto il
sequestro dei beni nella disponibilità della società e dell’amministratore, fino alla
concorrenza dell’importo complessivamente dovuto allo Stato, che supera il milione di euro.
Nel corso delle perquisizioni, i Finanzieri hanno così rinvenuto e cautelato denaro contante
per oltre 120.000 euro, nonché assegni e cambiali, orologi di valore (tra cui un Rolex d’oro,
stimato in almeno 15.000 euro), sei auto e una moto, per un valore complessivo di circa 250 mila euro.
In base alle soglie di punibilità previste dalla normativa penal-tributaria, il sessantenne
indagato, in caso di condanna definitiva per il reato di “Dichiarazione infedele”, rischia fino
a 4 anni e mezzo di reclusione.