Amministrative, La Prof.ssa Tina Pascale scende in capo per la città dei giovani

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“La città dei giovani”: è l’ambizioso progetto che sta portando avanti la professoressa Tina Pascale, candidata al consiglio comunale di Salerno con La Nostra Libertà, la lista civica che vede candidato sindaco il Presidente della Commissione Trasparenza, Antonio Cammarota. Docente di lettere classiche, la Pascale ha le idee ben chiare: Salerno ha bisogno di un festival di giochi di strada, puntare sul microcredito, su spazi pubblici e un garante che tuteli. L’intervista con la professoressa Pascale è stata realizzata dal quotidiano Le Cronache

Perché ha deciso di candidarsi?

Non l’avevo mai fatto prima, ma questa volta ho sentito forte l’esigenza di esprimere il mio impegno diretto e personale per questa meravigliosa città. Voglio mettere a disposizione l’esperienza professionale che ho maturato in tanti anni di insegnamento per rendere più efficiente l’Amministrazione comunale e avvicinarla alle necessità e ai bisogni dei giovani secondo i concetti di merito e competenza.

Con La Nostra Libertà.

Si, una realtà radicata, civica, è rappresentata da persone per bene, volenterose, concrete, che come me hanno deciso di affrontare questa sfida con spirito di servizio. Con Antonio Cammarota e con i colleghi docenti di Salerno, in primis le professoresse Ester Cafarelli e Rita Consiglio, stiamo elaborando progetti concreti, verso la città dei giovani.

Cosa intende per “città dei giovani”?

Una serie di politiche rivolte alle nuove generazioni in quanto, solo investendo nella loro crescita, è possibile pensare ad un futuro migliore. Le mie iniziative vogliono valorizzare il ruolo attivo dei giovani per una crescita economica e sociale dell’intera città, mettere in campo reali modalità di ascolto e confronto, favorendo il concreto coinvolgimento e il protagonismo e sostenendo anche attraverso risorse e spazi adeguati la loro autonoma progettualità ed espressività.

Scendiamo più nel dettaglio.

Le azioni toccheranno il lavoro, l’istruzione, gli spazi di socialità e le soluzioni abitative.

Innanzitutto investire sui talenti non espressi e di favorire la sperimentazione delle idee dei giovani per aumentare le opportunità di sviluppo anche economico e non costringere i ragazzi ad emigrare in cerca di una qualità di vita migliore.

Cosa si può fare per il lavoro.

Oggi i giovani in cerca di lavoro, nell’attuale situazione di crisi economica, stanno vedendo, da una parte, ridursi fortemente le possibilità di trovare un’occupazione dignitosa e duratura e, dall’altra, aumentare le situazioni di precarietà, provvisorietà e ricattabilità.

Proporremo, quindi, la realizzazione di bandi annuali con piccoli finanziamenti o soluzioni di microcredito, punteremo a creare sinergie tra le politiche formative, dell’innovazione e della ricerca e industriali, creando tavoli di lavoro: il raccordo tra sapere, lavoro, innovazione e ricerca, infatti, sarà la vera scommessa da vincere. Puntare sulla produttività sociale dell’istruzione e della formazione è il migliore antidoto alla crisi occupazionale giovanile cittadina.

A Salerno mancano gli spazi.

Stiamo individuando spazi pubblici in edifici attualmente sottoutilizzati per promuovere il lavoro collettivo e l’occupazione, per favorire la nascita di start up, imprese sociali e altre esperienze innovative per superare il precariato. Bisognerà incentivare la creazione di spazi di coworking per promuovere l’autoimprenditorialità giovanile. Lavoreremo per ricercare, all’interno del patrimonio immobiliare pubblico, particolari soluzioni abitative con “affitti calmierati” per i giovani che si trovano attualmente in situazioni di sottoccupazione e inoccupazione. Saranno anche studiate soluzioni per favorire il turismo giovanile in strutture adeguate e a prezzi contenuti, incentivando e sostenendo le esperienze di volontariato gestite dai giovani.

Lei è una educatrice, oggi il problema è anche la dispersione scolastica.

Dovremo realizzare tutte le iniziative necessarie a prevenire il precoce abbandono scolastico e a favorire il rientro nei percorsi formativi con attività di informazione e orientamento scolastico e professionale, magari in mano pubblica, con la istituzione di un ufficio comunale dedicato nell’ambito delle risorse esistenti.

Ma anche per i più piccoli, promuovere i diritti dei bambini significa tutelare i diritti di tutti. Bisognerà pensare a un “Garante comunale dei diritti delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi”. Il Comune dovrà fare rete e avere un ruolo attivo, di indirizzo e di coordinamento tra la scuola statale (primaria e secondaria), le scuole paritarie e le altre agenzie educative del territorio attraverso convenzioni eque, verifiche periodiche della qualità del servizio e accordi di programma.

Un occhio attento ai bambini.

Le azioni da mettere in campo a favore dei bambini sono diverse: il potenziamento delle strutture educative, la trasformazione delle scuole in centri di aggregazione, quando sarà possibile. Verrà proposto un nuovo regolamento per l’accesso ai nidi e alle scuole d’infanzia che sostenga in particolare le famiglie deboli e fragili e le giovani madri inoccupate; i servizi per l’infanzia verranno potenziati espandendo l’offerta formativa e di cura fino al raggiungimento degli standard europei del 33% di bambini che usufruiscono di strutture educative (asili nido, nidi integrati, “tempo per le famiglie”). Nelle scuole primarie verranno migliorati e qualificati i servizi post scolastici per sopperire alle carenze di tempo pieno nelle scuole. Verranno potenziate le modalità di trasporto a scuola attraverso le esperienze di “pedibus” e “vado a scuola da solo”.

Come pensa di rivalorizzare le attività culturali di quartiere?

Immaginiamo un “Festival dei Giochi di strada” con iniziative rivolte non solo al centro storico cittadino, ma anche alle zone periferiche. Le associazioni attive sul territorio saranno coinvolte e indicheranno gli spazi funzionali da dedicare ad aree per la valorizzazione di tale attività.

 

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