L’orientamento sarebbe quello di riaprire le scuole e di far tornare in presenza gli studenti, non solo nella fascia da 0 a 6 anni, ma anche quelli fino alla prima media. A prevalere è l’obiettivo del rientro in classe dopo le festività di Pasqua e dopo il 6 aprile. Secondo quanto apprende l’Agi, al ministero dell’Istruzione si lavora su questo fronte tenendo sempre sotto controllo l’andamento dei contagi perché, viene ribadito a più riprese, la situazione è ancora troppo incerta e la prudenza resta la parola chiave.
Alla scadenza del Dpcm resterà la suddivisione delle Regioni in colori a seconda del grado di rischio e gli istituti scolastici di ogni ordine e grado continueranno a restare chiusi nelle zone rosse. Ma potrebbero riaprire in zona arancione, gialla e bianca. Fonti qualificate hanno spiegato che resterà il limite dei 250 casi settimanali ogni 100mila abitanti come soglia per far scattare in automatico la chiusura delle scuole.
Per le Regioni rimarrà la possibilità di intervenire con misure più restrittive, così come già precedentemente avvenuto nei casi della Campania o della Puglia, dove i rispettivi governatori hanno optato per la Dad per tutti gli studenti, in via cautelativa, quando i dati del contagio nel territorio sono stati considerati allarmanti.
L’idea sarebbe quella di uscire con prudenza da una situazione epidemiologica ancora instabile. Per abbandonare la Dad, si spera in modo definitivo, si confida nel mese di maggio in cui le temperature più alte ma anche la campagna vaccinale potrebbero portare più Regioni in zona gialla e questo potrebbe restituire le lezioni in presenza ai ragazzi. L’auspicio è che almeno metà della popolazione scolastica torni in classe, in vista anche degli esami di terza media e di maturità che si terranno a giugno. Esami che da ordinanza ministeriale sono previsti in presenza.