Tutti gli occhi sono puntati sulla scuola: il pressing è fortissimo per un ritorno in classe di tutti gli studenti fino alla prima media, anche in zona rossa. “Noi stiamo guardando attentamente i dati sui contagi, ma insomma se la situazione epidemiologica lo consentirà la scuola aprirà in primis, anche nelle zone rosse”, spiega il presidente del Consiglio.
Il governo valuta cambiamenti graduali delle misure dopo Pasqua, quando scadrà, il 6 aprile, il decreto legge che ha stabilito festività in zona rossa per tutti
L’impianto non dovrebbe essere stravolto ma l’intenzione sarebbe quella di avviare quel percorso di graduale apertura indicato dal ministro dell’Economia Daniele Franco
Saranno i dati sul contagio a indirizzare ogni decisione, ma il nuovo decreto legge Covid dal 7 aprile potrebbe dare i primissimi segnali di riapertura, a partire dalle scuole. È quanto trapela da fonti ministeriali, quando ancora la discussione nel governo non è entrata nel vivo
“Mentre stiamo vaccinando è bene cominciare a pianificare le aperture”, conferma il premier Mario Draghi nelle comunicazioni al Senato in vista del Consiglio Ue. “Noi stiamo guardando attentamente i dati sui contagi, ma insomma se la situazione epidemiologica lo consentirà la scuola aprirà in primis, anche nelle zone rosse“, aggiunge, facendo esplicito riferimento alla scuola primaria e a quella dell’infanzia
Solo i dati che emergeranno nei prossimi giorni, dunque, porteranno, la prossima settimana, a decidere le nuove misure. Lo confermano diverse fonti governative, spiegando che una discussione politica non c’è ancora stata, ma il lavoro istruttorio sarebbe già iniziato
Tutti gli occhi sono infatti puntati sulla scuola e il pressing per un ritorno in classe di tutti gli studenti fino alla prima media, anche in zona rossa, è fortissimo. “Lavoriamo giorno e notte per poter riaprire”, ha affermato anche il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, ricordando di aver chiesto, anche in Consiglio dei ministri, che le scuole siano le prime a riaprire, quanto prima, in condizioni di sicurezza, “a partire dai più piccoli che devono essere i primi a poter tornare”
“Valutare la riapertura in zona rossa almeno della scuola d’infanzia e della primaria“, ha chiesto la ministra delle Pari opportunità Elena Bonetti
Nel governo si sta anche ragionando su alcune
norme uniformanti che dovrebbero essere condivise a livello nazionale nella
campagna di vaccinazione. È quindi
improbabile, affermano più fonti, che il nuovo decreto legge
si limiti a prorogare quello oggi in vigore
Tra i temi principali del nuovo decreto ci sono anche gli
spostamenti
Intanto alcune Regioni in semi-lockdown sperano di avere una ‘finestra’ arancione prima di Pasqua, Lombardia e Lazio in testa, guardando al monitoraggio settimanale di venerdì. “Pensiamo che dopo la Pasqua la situazione migliorerà gradualmente – dice il ministro dell’Economia Daniele Franco -, e poi ci muoveremo con gradualità verso una situazione più normale a maggio e giugno: questo grazie alla disponibilità dei vaccini e all’aiuto che arriva dalla stagione più calda”
Tra i ministri c’è però chi invoca prudenza e invita a guardare alla stretta decisa proprio in Germania, che ha prorogato il lockdown duro fino al 18 aprile, pur con meno contagi e meno morti dell’Italia (ma scuole e asili rimarranno aperti, al momento, con test-antigenici veloci due volte a settimana)
Tra le ipotesi che si fanno in queste ore c’è anche quella di una proroga delle misure oggi in vigore fino al 15 aprile, ma diverse fonti negano che sia plausibile: “Ad oggi non è prevista nessuna mini proroga”, assicurano
Di misure, a quanto spiegano fonti di governo, non si sarebbe però parlato nella riunione di ieri pomeriggio a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio, il ministro della Salute Roberto Speranza e i rappresentanti del Comitato tecnico scientifico (Cts) Franco Locatelli e Silvio Brusaferro
L’incontro sarebbe servito a fare un punto sul quadro epidemiologico e si sarebbero esaminate le curve del contagio ma non si sarebbe discusso nemmeno della campagna di vaccinazione. I numeri del 23 marzo dell’epidemia parlano di quasi 19mila casi, ma con un tasso di positività in calo al 5,6%. Se le vittime sono tantissime, preoccupano anche gli altri 317 ingressi in rianimazione e i +379 nei reparti ordinari
Il numero dei casi si sta livellando da quattro giorni, fanno notare gli esperti, la media dei casi la settimana scorsa era più alta. Il numero alto di decessi potrebbe essere dovuto a un accumulo di notifiche e la curva delle vittime è inferiore a quelle delle precedenti ondate. Merito dei vaccini, spiegano. Abbastanza da sperare in un miglioramento dopo Pasqua
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