Con questa battuta, il principe Amleto apriva il terzo atto della tragedia di William Shackspere.
La tragedia odierna è la pandemia, che in Italia sta avendo effetti devastanti anche sul piano culturale.
Il settore teatrale e la categoria dei lavoratori dello spettacolo sono tra le principali vittime dei processi decisionali delle istituzioni.
La giornata mondiale del Teatro si è rivelata l’ultimo atto di una commedia di cattivo gusto.
Teatro o teatrino, è questo il dilemma.
La classe dirigenziale del paese sta dimenticando il primo a favore del secondo.
Il teatro è l’insieme delle tantissime opere che rendono inestimabile il nostro patrimonio, e che alimentano la prima fabbrica del paese.
Nell’Italia della pandemia la Scala di Milano, il San Carlo di Napoli, l’Opera di Roma, la Pergola di Firenze, e tutti gli altri teatri italiani sono stati declassati a meri edifici.
In occasione della ricorrenza mondiale non c’è stata nessuna riapertura, in scena sono finiti i tweet di circostanza e le solite promesse : un teatrino.
Questo termine non indica soltanto la versione in miniatura del teatro per i bambini, ma anche l’attività politica fatta di manovre che tatticamente demoliscono contenuti e principi.
La morte dell’ideologia avviene quando i grandi pensatori finiscono dietro le quinte, e i giochi di potere vanno in scena per catturare gli occhi dello spettatore.
La situazione epidemiologica non ha consentito l’auspicata ripartenza prevista per il 27 marzo, ma tutti si domandano dove sono gli aiuti.
Il settore ha registrato un calo dell’80 % degli incassi, perdite di circa 583 milioni di euro, e ha registrato un solo contagio nel brevissimo arco temporale in cui ha potuto lavorare.
Mentre il Ministro della Cultura continua a promettere a suon di tweet, i social media si adoperano per rispondere al grido di allarme.
Bisognerà attendere ancora per gli applausi dal vivo, ma oggi Agis e Facebook firmeranno un accordo storico.
Dopo il successo della Cavalleria rusticana messa in scena on line dal teatro San Carlo di Napoli, la piattaforma di Zuckerberg offrirà cittadinanza stabile allo spettacolo dal vivo italiano.
Il progetto si propone come un sostegno concreto al comparto, e mette a disposizione numerosi strumenti digitali per supportare la digitalizzazione e la ripresa.
Verranno resi fruibili da subito diversi materiali formativi e video training on-demand in continuo aggiornamento.
Pensando alla vita prima della pandemia, si ricordano con nostalgia le volte in cui andare a teatro per emozionarsi davanti alla bellezza di un palco, era normalità.
Per il momento lo si potrà fare online, sperando di poter tornare presto ad occupare le poltroncine e riempire le sale.
Il teatrino politico prosegue ma il sipario non cala ancora.
Il teatro è tutta un’altra cosa!
Olindo Nuzzo
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