“A Draghi porremo come Veneto la possibilità di acquisto dei vaccini” ha anticipato il presidente della Regione. “Non ho nulla contro la Campania, ma trovo semplicemente strano che il Veneto, che ha comunicato i contatti ad Aifa, al commissario e ai Nas, si sia visto mettere alla gogna per 15 giorni. Qui la Campania ringrazia addirittura l’ambasciatore e nessuno ha niente da dire. Se lo fa la Campania, lo facciano tutti. Se oggi avessi avuto quei 27 milioni di vaccini – ha concluso – adesso avrei meno problemi”.
Un mese fa il governatore leghista aveva rivelato di essere stato contattato dagli emissari di case farmaceutiche e che gli era stata prospettata la vendita di interi stock di siero per il mercato veneto. Il “Doge” aveva portata la vicenda a conoscenza dell’opinione pubblica, rimettendosi alla valutazione del governo. Ma da Palazzo Chigi era arrivato lo stop: di acquisto e distribuzione di dosi se ne occupa Roma, sono poi le Regioni a curare le somministrazioni. Questione chiusa? Non proprio.
Adesso che le scorte di vaccini continuano a essere insufficienti e che le Regioni lamentano lo scarso approvvigionamento, le procedure di acquisto tornano d’attualità. E se ne tornerà a parlare nelle prossime ore, quando si riunirà cabina di regia alla quale, con il premier Draghi e i ministri Gelmini (Affari regionali) e Speranza (Salute), saranno presenti proprio i governatori, in collegamento. E con loro il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio e il commissario per l’emergenza Covid Francesco Figliuolo.
Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti ha inaugurato il nuovo hub vaccinale alla Fiera di Genova, alla presenza proprio del generale Figliuolo e del capo del dipartimento nazionale della Protezione civile, Curcio. Ed è tornato anche lui sul tema. Con grande simpatia per De Luca, ma smettiamola: ognuno faccia il suo mestiere.
Il Paese deve garantire dosi alle Regioni attraverso vaccini certificati. Noi abbiamo il compito di organizzare la distribuzione territoriale secondo le linee guida, il governo ha il dovere di far arrivare i vaccini”. La Liguria ad esempio conta di arrivare a oltre 13mila vaccini somministrati al giorno lavorando sei giorni su sette domenica esclusa prolungando gli orari d’apertura di alcuni hub fino alle 22-23.
Il presidente dell’Emilia-Romagna e della conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini. Inaugura anche lui “l’ennesimo punto vaccinale in Emilia-Romagna”, in regione “arriveremo a breve a 124 punti e ormai facciamo più di 20.000 vaccini al giorno: se ne arrivano in più possiamo fare tutti quelli in più che arrivano”. Quanto alla polemica, “pare che non ci sia nessuno strappo e casomai ci fosse stato è già stato ricomposto molto bene”, dice fiducioso. A sentire alcuni suoi colleghi, non sembrerebbe.
Nella cabina di regina, governo e Regioni dovranno definire una linea comune di condotta in attesa che arrivi un quantità di dosi che possa consentire le 500 mila vaccinazioni al giorno di cui pochi giorni fa è tornato a parlare anche il premier Draghi. Anche perché entro fine settimana, come è stato detto, dovrebbero arrivare quasi tre milioni di dosi tra Pfizer, Moderna e AstraZeneca.
Nel vertice delle prossime ore si parlerà anche di ristori, alla luce del prolungamento delle chiusure per tutto il mese di aprile. Anche se il governo, come sollecitato a più riprese dalla Lega, dovrebbe garantire comunque un check a metà mese per valutare un eventuale miglioramento dei dati e il conseguente sblocco di alcune chiusure. L’ala dura dell’esecutivo, da Speranza a Franceschini, continua a pensarla diversamente.
Fonte: LaRepubblica