Tale è la somma desinata alla tipografia Boccia che naturalmente ha dovuto declinare l’offerta che non copriva neanche il minimo della spesa.
Da chi? Da un ufficio competente del Comune di Salerno! Questa è la triste storia di Antonio Iacuzzo nato a San Cipriano Picentino e salernitano d’elezione
La sua vita di sofferenze, di percosse, di punizioni all’aperto con la neve che cadeva a fiocchi, il suo lavaggio del cervello ad opera delle temute SS di Dachau mi furono riferite da un altro eroe della seconda guerra mondiale, il dr. Mario Fiore, che si coprì di gloria nella campagna di Russia per cui gli fu conferita la medaglia d’argento al valore militare.
Dopo l’8 settembre indossò la divisa di capitano dei carabinieri e partecipò alla lotta di liberazione.
Le SS lo cercavano perchè l’altro comando germanico in Italia l’aveva condannato a morte. Correva il mese di settembre del 1991 quando Antonio Iacuzzo, in un lungo colloqui, mi espose, in una sintesi vincolante la sua tremenda esperienza. Fatto prigioniero dai tedeschi nei pressi di Marsiglia, dopo un lungo peregrinare, fu internato nell’inferno dei vivi di Dachau.
Alla richiesta dei tedeschi di collaborazione rispose con la frase: “Non tradisco il mio paese”.
Da quel momento ebbe inizio una serie di vessazioni, di inenarrabili sofferenze fisiche. Antonio Iacuzzo mangiò per non morire di fame, anche ciuffi di erba misti ad escrementi.
Si finse morto durante un trasferimento dal campo in una fabbrica nei dintorni di Dachau e per rendersene conto una SS lo percosse con il calcio del mitra ad un fianco. I postumi non l’hanno mai abbandonato sino alla morte.
La sua vicenda umana mi commosse. Ne parlai con l’allora Assessore alla Cultura, Ermanno Guerra.
Si disse pronto a sponsorizzare la stampa di un volumetto. Le copie dal titolo “da Salerno a Dachau” andò a ruba e Antonio Iacuzzo, in breve divenne l’eroe di Dachau.
Raccontò, come poteva, la sua esperienza. In vita non ha mai chiesto nulla! In vita non ha mai chiesto nulla! Prima di morire mi sollecitò la ristampa del libro perché nella prima edizione molti particolari erano sfuggiti alla sua memoria.
Il sindaco di Salerno, architetto Enzo Napoli, si mostrò subito interessato alla seconda edizione. La Giunta Comunale espresse parere favorevole alla stampa di mille copie del libro affidandone la realizzazione alle ‘Arti Grafiche Boccia’ che , in vero, si erano limitate nel preventivo solo al costo della stampa.
Improvvisamente, un settore competente del Comune decurtò la somma di 5000 euro in appena 1500 euro per 300 copie
Il bilancio non lo permetteva. Una indisponibilità non applicata per tante altre sponsorizzazioni di eventi assai discutibili.
E’ il caso di dire: non ci resta che piangere!
di Enzo Todaro