L’ assegno prevede un importo massimo di 250 euro al mese, calcolato in base all’Isee, verrà diviso in parti uguali tra i genitori e andrà a sostituire tutte le attuali forme di sostegno riconosciute alla famiglia, dai vari bonus alle detrazioni per figli.
Sarà corrisposto a tutti, compresi incapienti, autonomi e partite Iva, finora escluse. Arriverà sotto forma di denaro o di credito d’imposta e sarà riconosciuto per ogni figlio a carico dal 7° mese di gravidanza fino al diciottesimo anno di eta’, con importo maggiorato dal secondo figlio in poi e un aumento tra il 30% e il 50% in caso di figli disabili.
L’ assegno prevede un importo pieno fino al diciottesimo anno di età per poi essere ridotto fino al compimento del ventunesimo anno ed erogato direttamente al figlio maggiorenne nel caso in cui questo sia iscritto all’universita’, svolga un tirocinio, frequenti un corso professionale o risulti disoccupato. Non è incompatibile con il reddito di cittadinanza.
Entro 12 mesi il governo dovrà attuare la delega
“E’ un risultato storico perché in Italia facciamo finalmente un primo passo per cambiare le politiche familiari, rimettendo al centro le nuove generazioni, le donne, il sostegno alla genitorialità e la parità di genere”, afferma la ministra delle Pari Opportunità e della Famiglia, Elena Bonetti, che sottolinea come si tratta del “primo pezzo di un’ampia riforma a servizio delle famiglie, che diventa legge dello Stato.
Alla fine del percorso avremo una visione organica delle politiche familiari. Se ci limitassimo solo all’ assegno – prosegue – sbaglieremmo di nuovo strategia: ragion per cui questa misura sta dentro al Family act, agganciata ad altre altrettanto rilevanti. Bisogna le diseguaglianze nel mondo del lavoro e nelle famiglie, rispetto ai carichi di cura e alle carriere femminili.
Perciò nel Family Act sono previste la revisione dei congedi parentali per garantirli a tutti i lavoratori, autonomi inclusi; incentivi al lavoro femminile; decontribuzione di quello domestico; possibilita’ di rendere meno costoso per le imprese assumere le donne”, conclude Bonetti.
Il provvedimento entrerà in vigore dal primo luglio
Come denunciato da Repubblica nei giorni scorsi, però, le risorse disponili sono più di 20 miliardi, quindi l’asticella dell’assegno si abbassa a 161 euro. Inoltre una prima simulazione dimostra come 1,35 milioni di famiglie di lavoratori dipendenti ci rimetterebbero in media 381 euro all’anno rispetto a oggi.