LE SEGNALAZIONI
Negli anni si sono susseguite segnalazioni da tutta Italia ma ogni volta sono stati buchi nell’acqua. La storia di Denise strinse il cuore di tutti e cominciarono subito le ricerche e l’attenzione nazionale sulla vicenda. La prima segnalazione arrivò il 18 ottobre, un mese dopo la scomparsa. Una guardia giurata sostenne di averla vista davanti a una banca a Milano insieme a un gruppo di rom.
Furono visionati i filmati della videosorveglianza. La bambina aveva la stessa età di Denise e le somigliava in modo impressionante. Nel video si vedeva la bambina chiedere a una donna adulta: “Dove mi porti?”. La donna la chiama ‘Danas’, uno storpiamento di Denise, forse.
Mamma Piera riconobbe sua figlia, ma mentre gli investigatori passarono al setaccio la zona per cercarli, i nomadi sparirono. Le segnalazioni si susseguono: la bimba fu vista a Cremona, a Verona, a Bologna. Ma gli accertamenti ogni volta diedero esito negativo: quelle bambine non erano Denise
IL PROCESSO CONTRO LA SORELLASTRA
Continuarono le indagini quando nel 2017 venne indagata la sorellastra, Jessica Pulizzi, la figlia del padre biologico di Denise, Piero Pulizzi. La ragazza, all’epoca 17enne, venne accusata di aver fatto rapire Denise per motivi di gelosia. A tradirla sarebbe stata un’intercettazione pochi giorni dopo la scomparsa della bambina. Nella sua casa furono istallate alcune cimici. “Io a casa ci ’a purtai”, disse alla madre che le chiedeva dov’era il primo settembre, quando scomparve Denise.
Interrogata in merito, il racconto della ragazza non convinse gli investigatori perché il tabulato telefonico segnalava che Jessica nelle stesse ore in cui Denise scompariva si trovava nella zona del sequestro. L’ipotesi che dunque prese campo fu quella che Jessica avesse materialmente rapito Denise per poi consegnarla a un gruppo di nomadi che magari conosceva. Per lei furono richiesti 15 anni di carcere. Ma dopo anni di indagini e processi Jessica fu assolta per mancanza di prove e per non aver commesso il fatto.
LA SEGNALAZIONE DELLA RAGAZZA RUSSA
Le ricerche dei genitori di Denise continuarono. Il 30 marzo 2021 una nuova segnalazione riaccende le luci sul caso. Una giovane donna, Olesya Rostov, dalla Russia ha lanciato l’appello in tv per trovare la sua vera mamma. La ragazza ha una storia simile a quella di Denise e ha la stesa età. Ha raccontato di essere stata rapita dai rom quando aveva 4 anni. Poi, quando la sua presunta madre è stata arrestata è finita in orfanotrofio. Diciassette anni dopo cerca di conoscere l’identità della sua vera madre.
Il caso torna a “Chi l’ha visto?”. “Noi stiamo con i piedi per terra, non vogliamo dare nessuna certezza, anche perché Piera ne ha viste e passate tante in questi anni – ha detto Federica Sciarelli, conduttrice del programma -. Le coincidenze temporali ci sono e anche una somiglianza tra la giovane e Piera. La bambina ‘russa’ venne trovata in un campo nel 2005 – spiega ancora – e non sapendo chi sia la sua vera madre, è andata in una trasmissione tv russa per mostrare il suo volto e lanciare a sua volta un appello alla vera famiglia. Ora vanno fatte tutte le verifiche: occorre avere pazienza ed essere scrupolosi”.
Ma i genitori di Denise restano cauti a questo ennesimo allarme che potrebbe risultare una falsa speranza. “In merito alle ultime notizie, rimaniamo con i piedi ben saldati a terra. Chiediamo ulteriori verifiche attraverso il DNA. Ringraziamo Tutti per la vicinanza”. Scrivono Piera Maggio e Piero Pulizzi, sulla pagina Facebook dedicata alle ricerche della bambina.