Mettendo a confronto la teoria e i dati sperimentali sull’inattivazione del SARS-CoV-2 da parte della luce solare, gli scienziati si sono resi conto che la distruzione delle particelle virali avviene molto più rapida di quanto previsto, fino a otto volte. Secondo i ricercatori potrebbe essere coinvolta l’interazione tra i raggi UVA e la saliva umana, e ciò potrebbe portare a nuove strategie per sterilizzare gli ambienti a rischio contagio.