Questo il pensiero ad ‘Agorà’ su Rai 3 di Massimo Galli, direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano.
Per Galli, in contesti come la scuola, bisognerebbe mettere in piedi programmi per lo screening e provare a vedere se funzionano i test salivari.
Galli non vuole essere tacciato di pessimismo ma crede che bisognerà vedere l’impatto di questi giorni e cosa succederà dopo Pasqua perchè il mese di aprile sarà cruciale.
E poi c’è da analizzare l’efficienza della macchina vaccinale.
Secondo Galli “non è un caso che gli inglesi abbiano chiuso le scuole quando intensificavano i vaccini e i francesi siano tornati indietro sulla scelta”
Covid, Galli: “Sbagliato riaprire le scuole, serve un altro mese di sacrifici | Ritorno alla normalità? Se va bene nel 2022“
“Se riuscissimo a mantenere le chiusure per tutto aprile, intensificando la vaccinazione, cambierebbe lo scenario. Determinante il mutamento del virus nel tempo“
“I continui tira e molla non aiutano. Mi riferisco per esempio alla riapertura delle scuole dopo Pasqua: pur comprendendo le difficoltà delle famiglie, sarebbe un errore”
Lo dice il primario dell’Ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli
“Se vogliamo portare avanti la vaccinazione, evitare problemi negli ospedali, diminuire il rischio di varianti e preparare un’estate come quella dell’anno scorso, dobbiamo imporci un sacrificato mese di aprile“
Massimo Galli, direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano
“Intensificare le vaccinazioni e mantenere le chiusure“
In un’intervista alla “Stampa”, il professore ordinario di Malattie infettive all’Università di Milano chiarisce:
“Pur comprendendo tutte le difficoltà delle famiglie, riaprire le scuole prima di maggio sarebbe un errore“
Secondo Galli “il ministro Speranza ha totalmente ragione. La vaccinazione sta ripartendo e se si riuscisse a intensificarla mantenendo le chiusure per un mese cambierebbe lo scenario“
Il primario GALLI ha fiducia nel miglioramento della campagna vaccinale ma sottolinea che “guardando ad altri Paesi mi rendo conto che non è mai abbastanza. Siamo in ritardo, anche se si sta facendo ogni sforzo possibile per recuperare“