L’annuncio è in una dichiarazione congiunta di Aniello Ciro Pietrofesa coordinatore regionale Anva Confesercenti, Antonio Vitale vice presidente Aicast Siva ed Enzo Speranza presidente Assocampania.
Le associazioni continuano: “I mercati non sono il problema: tenerli chiusi determina lo sfinimento della categoria. I mercati possono invece essere la soluzione considerato che, da quanto si evince dagli studi scientifici e da quanto dichiara la stessa OMS, il contagio nei luoghi all’aperto è minore. Con le giuste misure si azzera del tutto.
Le attività ambulanti sono rimaste chiuse per un mese. Nello stesso tempo molti negozi hanno continuato a vendere ‘di tutto’ a causa dei mancati controlli.
Da oggi gli ambulanti non accetteranno nuove ed ulteriori penalizzazioni. Questa non è una ‘zona rossa’ e le restrizioni applicate a chi chiede solo di lavorare suonano come una beffa.
Gli ambulanti non rivendicano sostegni o contributi a seguito delle chiusure (che puntualmente non sono mai arrivati). Essi chiedono solo di poter lavorare in piena sicurezza per se stessi e per i clienti.
Quello mercatale è un comparto che dà lavoro non solo agli operatori ambulanti ma anche ad un indotto per un totale, in Campania, di circa 40mila imprese tra ingrosso e dipendenti.
I 28mila ambulanti campani sono oggi in gravissima difficoltà economica.
Non vi è all’orizzonte un piano di rilancio delle nostre attività sia a livello nazionale che regionale.
Non siamo considerati quale categoria a rischio al fine dell’inserimento negli elenchi delle persone da vaccinare.
Una parte della nostra categoria, gli ambulanti fieristi, è ferma oramai da 15 mesi senza nessun aiuto e senza un piano per il ritorno al lavoro.
Per queste insopprimibili ragioni dall’8 aprile e per tutti i giorni successivi occuperemo, per protesta, i nostri posteggi nelle aree mercatali”.