«Signor Prefetto,
è mio dovere istituzionale oltre che morale rappresentare le molteplici criticità e le numerose difficoltà che connotano il servizio di vaccinazione anti covid nella nostra Città. Il Comune ha allestito in pochi giorni e non senza dispendiosi investimenti, un centro di vaccinazione per la popolazione (PVP) seguendo pedissequamente le istruzioni dettate dalla direzione generale dell’ASL”.
“Il PVP, predisposto presso il Palazzetto dello sport di Baronissi, è rispondente ad ogni misura organizzativa e di sicurezza, conta otto box vaccinali destinati al servizio non soltanto dei cittadini residenti ma anche della comunità della Valle dell’Irno. Un potenziale notevole che, se organizzato adeguatamente, risponderebbe sicuramente alle esigenze, con il rispetto dei tempi dettati dal Presidente del Consiglio dei Ministri e dal Presidente della Regione Campania”.
“Il PVP di Baronissi ha visto l’apertura ufficiale lo scorso 13 marzo; in circa tre settimane, ha processato un numero di vaccini – e non soltanto per la mancata o scarsa fornitura di siero – certamente inadeguato, incongruo e insoddisfacente”.
Il personale sanitario messo a disposizione dal Distretto 67 di Mercato San Severino – cui è stata affidata la responsabilità organizzativa – non può che garantire, nella migliore delle ipotesi, l’apertura di 3-4 box vaccinali per un solo turno giornaliero, eccetto che nelle giornate di sabato e domenica; il personale sanitario comandato dal Distretto è infatti impegnato, nel turno antimeridiano, nelle routinarie attività di competenza.
In tale ambito il Comune di Baronissi ha dato e continua a dare ogni disponibilità all’ASL fornendo tutte le risorse necessarie, anche umane, cioè volontari che prestano la propria attività, senza alcun onere economico, preposte ai 4 box di accettazione del PVP.
Ha fornito altresì alla Direzione generale dell’ASL un elenco di medici – per lo più pensionati – che volontariamente hanno dato disponibilità al servizio, anche gratuitamente; ha fornito un elenco di circa venti infermieri del presidio ospedaliero Fucito di Mercato San Severino disposti a prestare la propria opera al PVP di Baronissi in un turno giornaliero, avvicendando il lavoro ordinario.
Eppure nessuna di queste risorse è stata impiegata, lasciando il servizio in una condizione di lentezza che, in caso di mancata riorganizzazione, non consentirebbe la conclusione delle vaccinazioni – ai soli cittadini di Baronissi – prima di 12-15 mesi. Neppure vi è traccia dei medici di famiglia che pure sono stati – a sentire la stampa – convenzionati per le vaccinazioni.
Ed inoltre, malgrado le reiterate richieste alla Direzione generale dell’Asl, alla Direzione sanitaria distrettuale, al Servizio di Prevenzione, non riusciamo a conoscere il numero totale dei vaccini processati, né ovviamente quello delle varie categorie (over 80, 70, operatori scolastici e di polizia, fragili) né riusciamo ad avere informazioni sul numero dei cittadini che non ha richiesto la necessaria registrazione in piattaforma informatica.
Da oltre un mese abbiamo sollecitato il servizio di vaccinazione per gli anziani ospiti della nostra Casa di riposo San Francesco e di processare il vaccino a domicilio a soggetti anziani non deambulanti, eseguito soltanto in minima parte nonostante l’avvenuta registrazione sin dal mese di febbraio. Nulla.
Tale situazione di disorganizzazione, di confusione, di incertezza si ripercuote ovviamente sui cittadini sempre più esasperati e preoccupati, il tutto mentre intere famiglie hanno perso il lavoro, commercianti e artigiani rumoreggiano – legittimamente – per aver perso le loro entrate, additando alle Istituzioni i ritardi nella somministrazione dei vaccini che sono, al momento, l’unica via d’uscita dall’emergenza sanitaria ma anche economica.
Signor Prefetto, è solo una parte delle evidenti discrasie che verifichiamo e che, in un contesto di preoccupazione e di tensione sempre più accentuate, sono intollerabili per quanto ci riguarda.
Le chiedo, Eccellenza, di convocare un urgente incontro con i rappresentanti della Direzione generale dell’Asl, del Servizio di prevenzione sanitaria, del Distretto sanitario 67, del rappresentate ANCI in seno all’Unità di Crisi regionale, con l’auspicio che si determini al più presto un’inversione di rotta che, nel malaugurato caso non dovesse esserci, porterebbe ad una crisi sempre più generalizzata della nostra comunità.