Le indagini sono state avviate in seguito alla denuncia presentata dai nipoti della signora che, poco dopo la sua morte, hanno appreso, con grande sorpresa, che l’eredità lasciata era pressoché nulla. E’ parsa subito una circostanza anomala, considerate le disponibilità finanziarie della zia, la quale difficilmente avrebbe potuto dissiparle, tenuto conto del modesto tenore di vita condotto.
I sospetti si sono immediatamente concentrati sul cugino che, nel 2010, era stato nominato amministratore di sostegno della donna e da allora curava, tra le altre cose, anche la gestione di tutti i suoi averi; nel corso degli approfondimenti investigativi, le Fiamme Gialle della Tenenza di Vallo della Lucania hanno esaminato i movimenti sui conti correnti della defunta, sui quali il nipote (F. M., classe ’62) aveva piena delega ad operare.
Sono stati così ricostruiti, negli anni dal 2010 al 2018, ripetuti prelevamenti e bonifici per importi notevoli, sempre a favore dell’uomo, senza apparenti giustificazioni e, soprattutto, senza darne alcuna comunicazione al Giudice Tutelare, verso il quale aveva invece l’obbligo di rendicontare tutte le operazioni inerenti all’amministrazione patrimoniale svolta.
ln particolare nel 201 1 , gli investigatori hanno addirittura scoperto un bonifico di 90.000 euro e due prelievi, rispettivamente, per 35 e 25 mila euro, eseguiti nell’arco di soli tre mesi, che non hanno trovato alcun riscontro nell’elenco delle spese dichiarate al Tribunale. Si tratta di denaro di cui, d’altra parte, l’indagato ha fatto perdere nel tempo qualsiasi traccia sui propri conti correnti e depositi intestati.
Al termine degli accertamenti finanziari, è stato quantificato in circa 380 mila euro l’ammontare complessivo delle somme sottratte alla zia dal cinquantanovenne di Salerno, abusando del mandato ricevuto.
Sulla scorta degli elementi indiziari raccolti, questa Procura della Repubblica ha emesso quindi un decreto di sequestro preventivo, fino alla concorrenza del denaro impropriamente utilizzato. Allo stato, i militari hanno cautelato due immobili nel centro di Salerno, il cui valore attuale è stimato in circa 240 mila euro.
Il responsabile dovrà rispondere dell’accusa di “peculato”, reato per il quale rischia una condanna fino a dieci anni e mezzo di reclusione.