Le dichiarazioni del premier Mario Draghi sul sofagate non sembrano essere ancora state digerire ad Ankara.
Il presidente del consiglio aveva definito Erdogan come un dittatore, in riferimento al trattamento riservato alla presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen.
Immediatamente dopo l’uscita con la stampa, Ankara aveva convocato l’ambasciatore italiano, implorando il ritiro immediato delle dichiarazioni.
Le parole del primo ministro sono state considerate brutte e sfacciate, e hanno innescato una reazione mediatica.
Il vicepresidente turco Fuak Optay ha suggerito a Draghi di vedere la storia recente del suo paese, per osservare chiaramente cosa sia una dittatura.
Mario Draghi sembra non giovare nemmeno del sostegno comunitario sulla vicenda comunicativa che lo sta coinvolgendo.
Uno dei portavoce dell’Ue ha infatti evitato di prendere le sue posizioni, affermando che la Turchia ha un parlamento eletto e un presidente eletto nonché rapporti di cooperazione con l’eurozona.
Secondo Bruxelles non va qualificato un sistema o una persona, nonostante siano alte le preoccupazioni per quanto concerne libertà di espressione, diritti fondamentali e sistema giudiziario.
Olindo Nuzzo