La vicenda concerne la responsabilità per l’emissione di fatture per operazioni inesistenti e per i reati di riciclaggio connessi, avendo gli indagati simulato la vendita di 22 autovetture ad una società di fatto inesistente ed intestata ad un prestanome.
Le 22 autovetture di grossa cilindrata – tra cui una Ferrari del valore di € 150.000 – venivano cedute in modo simulato e fittizio a D.M., non solo al fine di evadere le imposte, ma soprattutto per sottrarle ad una misura cautelare reale già disposta in precedenza. In particolare, per tali fatti nell’agosto 2020 i soggetti erano già stati attinti da misure cautelari personali e reali.
Tuttavia, nei mesi successivi alla esecuzione, i provvedimenti di sequestro e di custodia cautelare erano stati annullati dal Tribunale di Salerno – Sezione del Riesame, decisione che tuttavia è stata cassata – a seguito d’impugnazione da parte di questa Procura – dalla Suprema Corte di Cassazione che ha annullato con rinvio la decisione del Riesame per una nuova pronunzia con riguardo alle misure cautelari personali.
Nelle more della nuova pronuncia del Tribunale del Riesame, veniva quindi nuovamente richiesto il sequestro preventivo, accolto dal G.I.P., con cui veniva disposto il vincolo reale su plurime vetture di grossa cilindrata sino a concorrenza del valore da cautelare.