L’esponente del governo Castex ha anche affermato che sarà privilegiata la stipula di ulteriori accordi con Pfizer e Moderna. “Oggi abbiamo un portafoglio di vaccini con vaccini a RNA messaggero che funzionano molto bene ed hanno pochi effetti collaterali. Avremo nuovi vaccini, si spera, Novavax e Sanofi, che sono vaccini proteici ricombinanti” che sembrano “a priori dare risultati moto buoni” e che arriveranno “nel secondo semestre dell’anno”, ha assicurato il ministro. “Avremo molte dosi su diverse piattaforme di vaccini che ci consentiranno di soddisfare tutte le esigenze”.
Attenzione, la bocciatura sembrerebbe toccare anche il siero di Johnson&Johnson ancor prima dell’inizio della campagna vaccinale europea: pesano sul giudizio, come un boomerang, i casi di trombosi avvenuti negli Stati Uniti per cui Fda (Agenzia federale del Dipartimento della Salute americana) ed Ema (Agenzia europea del farmaco) dovranno pronunciarsi la settimana prossima. Il motivo è presto detto: anche J&J, come AstraZeneca, condivide lo stesso meccanismo ad adenovirus. “La decisione ad oggi non è chiara, ma posso dirvi che non abbiamo avviato discussioni con AstraZeneca e con Johnson & Johnson per un nuovo contratto mentre abbiamo già avviato discussioni per i contratti con BioNTech / Pfizer e con Moderna”, ha dichiarato il ministro francese.
A dar forza alla voce del ministro francese c’è l’accordo che la Commissione europea ha raggiunto con Pfizer-BioNTech per la consegna anticipata di altre 50 milioni di dosi di vaccini anti-Covid. Lo ha annunciato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, giustificando il nuovo accordo con la necessità di “agire rapidamente, aggiustare il tiro e anticipare”, per evitare che altri fattori “ostacolino le consegne programmate” con il chiaro riferimento all’interruzione delle consegne del vaccino Janssen per i casi di trombosi negli Usa. “Stiamo facendo tutto ciò che è in nostro potere per supportare il roll-out dei vaccini in tutta Europa”, ha aggiunto Von der Leyen. La consegna delle 50 milioni di dosi oggetto dell’accordo, inizialmente prevista per fine 2021, porterà il totale Pfizer a 250 milioni di dosi in Europa nel corso del secondo trimestre.
Il perché dei ritardi
Come riporta LeFigaro, il ritardo nell’avvio della campagna di vaccinazione in Europa è stato causato principalmente da una questione di finanziamento della ricerca. “Avevamo meno dosi degli Stati Uniti perché gli Stati Uniti hanno investito nella ricerca, a monte, già a marzo, e non avevamo questo strumento per finanziare in modo massiccio le sperimentazioni cliniche”, ha spiegato il ministro. Tuttavia, senza un’organizzazione comune ai 27, è impossibile anticipare somme paragonabili a quelle americane per finanziare la produzione di vaccini. Gli Stati membri, da soli, non possono farlo.
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