Tartufo di Pietralunga e Sagrantino sotto casa di Mario Draghi per chiedere un’ulteriore accelerazione nelle riaperture. La protesta dei ristoratori mette i guanti bianchi, con un sit-in enogastronomico nelle vicinanze della villa di campagna a Città della Pieve del presidente del Consiglio. Che non si è visto ma in mattinata, comunque, è andato in scena l’invito a pranzo simbolico per il premier, per sensibilizzare il governo sulle difficoltà degli addetti del settore, dai ristoratori ai produttori, provati da mesi di restrizioni anti-Covid.
A due giorni dall’annuncio delritorno delle zone gialle dal 26 aprile, con la possibilità di apertura dei ristoranti anche la sera, ma soltanto nei tavolini all’aperto, gli chef e i produttori del settore dell’enogastronomia hanno manifestato dalle 11.30 alle 13.30, sotto la guida dello stellato Simone Ciccotti, titolare dell’Antica trattoria San Lorenzo a Perugia. “Avremmo voluto consegnare nelle mani del premier i prodotti e le eccellenze umbre – spiega lo chef organizzatore dell’iniziativa – affinché non vadano a morire. Purtroppo non basteranno le riaperture già annunciate, ma per garantire la sopravvivenza del settore sarà indispensabile la ripresa dei consumi”.
Con un menù pensato per il presidente Draghi, dal titolo di lavorazione “L’arricchimento del palato a non morire”, gli addetti ai lavori hanno voluto ricordare al governo le ricchezze del territorio umbro “che rischiano di sparire se non verrà superato questo momento di difficoltà”, puntualizza Ciccotti.
“È un cordiale e garbato invito a pranzo – spiega una nota di Solidart, associazione diretta dallo chef umbro – che serve semplicemente a ricordare a tutti quanto è importante e trainante il settore alimentare e della ristorazione per la nostra nazione. Siamo rinomati nel mondo per moltissime cose, ma al primo posto rimane sempre il buon cibo e il buon vino per il nostro stile di vita”.
Schierati nelle vicinanze della tenuta di Vocabolo il Monte, senza però riuscire a incontrare il presidente del Consiglio e consegnare nelle sue mani capocollo e olio umbro, hanno partecipato all’evento anche Marco Caprai, imprenditore vitivinicolo a Montefalco, Giuliano Martinelli di Giuliano tartufi, Francesco Gradassi di olio Marfuga, i rappresentanti di Fratelli Angelucci Carni e di Eraldo Dentici Vini, Lina Angelucci del ristorante il Balestruccio a Perugia, Alberto Massarini del ristorante il Pentagramma a Spoleto e lo chef stellato Gianfranco Vissani.
Che ha detto: “Spero che Dio ci aiuti a superare questa crisi, ma qui servono denari freschi. Hanno autorizzato a fare ristorazione all’aperto, ma non basta: come si fa a mangiare fuori con questo freddo? Dobbiamo riaprire i nostri ristoranti, magari aumentiamo le distanze, mettiamo il vetro a separare i clienti”. Non sa ancora quando riaprirà Casa Vissani, il ristorante che ha sul lago di Corbara, vicino a Orvieto: “Ma in questi mesi di chiusura abbiamo perso almeno 2 milioni di euro”.
Lo chef ha annunciato poi di essersi vaccinato ieri: “Ho fatto il Pfizer al centro vaccinale di Brunello Cucinelli e sempre ieri mi sono fatto anche il tampone e il test sierologico, ringraziando Dio non ho mai contratto il Covid in questi mesi”. E parlando di Draghi, scherzando, ha detto: “L’ho visto un po’ ingrassato, ha mostrato carattere a dare del dittatore a Erdogan”.
Tra i piatti creati dallo chef Ciccotti per Mario Draghi è stato proposto anche “Uovo e uovo”, “un uovo dentro un altro uovo di gallina nutrito con latte di capra, crema di patate di Pietralunga, acqua di tartufo nero”, spiega Ciccotti. Cosa nascerà da questo nuovo? “Mi auguro – è l’auspicio dello chef – una nuova speranza per ristoratori e produttori. Stamattina siamo a Città della Pieve per questo”.
Fonte: LaRepubblica
Se lamentan pur con tutto il rispetto che sapit cucina ma nun c’è scassat o cazz pur voi
X Salernitano
Ja statt zitt che fai figur e’ me…