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Covid, cresce l’uso delle terapie monoclonali in Italia

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Cresce, ma ancora lentamente, il numero di pazienti Covid trattati con gli anticorpi monoclonali. Ovvero quei farmaci che, se assunti precocemente, sono in grado di ridurre ricovero e complicanze. Trattamenti che possono venire somministrati endovena in centri specialistici a pazienti selezionati da Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) e medici di medicina generale

Secondo il report Aifa pubblicato il 16 aprile, sono 2.140 finora i pazienti inseriti nei registri di monitoraggio in Italia per un totale di 150 strutture prescriventi in 20 regioni

A seguito della determina Aifa, a partire dal 10 marzo 2021, in Italia è infatti possibile utilizzare gli anticorpi monoclonali in pazienti Covid non ospedalizzati e non in ossigenoterapia, con sintomi di grado lieve-moderato di recente insorgenza e presenza di almeno un fattore di rischio, come obesità, diabete, malattie cardiovascolari

I centri utilizzatori individuati dalle regioni devono compilare la scheda per la raccolta dati sull’arruolamento dei pazienti e sul loro follow-up

Nella settimana che va dal 9 al 15 aprile sono state 736 le prescrizioni, con una media di circa 105 al giorno, pari a un aumento del 13,5% rispetto alla settimana precedente, quando erano state 647

Il 51% dei trattamenti effettuati dall’inizio delle somministrazioni, ovvero oltre 1.000, è con la combinazione bamlanivimab-etesevimab, mentre 647 con il solo bamlanivimab e 172 con casirivimab e imdevimab

La regione che ne ha somministrati di più è il Veneto (386) seguito da Lazio (293), Toscana (237)

Più indietro Lombardia (161) e Campania (130)

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