Con la possibilità per le Regioni di autorizzare i grandi concerti o gli eventi culturali, purché in sicurezza, potendo contare sugli stessi numeri eventualmente consentiti allo sport. Il Comitato Tecnico Scientifico ha accettato in toto le richieste avanzate dal ministro della Cultura Dario Franceschini
Via libera quindi al raddoppio delle capienze e pure un accenno alla possibilità, nel caso che le condizioni epidemiologiche migliorino, di superare questi nuovi paletti andando oltre al 50% appena ottenuto
Franceschini ha espresso soddisfazione e ha lanciato un segnale ai manifestanti che si sono riuniti in Piazza del Popolo a Roma il 17 aprile, chiamati a raccolta dal movimento dei Bauli. “I messaggi che arrivano dal mondo dei lavoratori dello spettacolo sono molto utili”, ha sottolineato il ministro dal palco di una kermesse sulla cultura organizzata il 16 aprile dai democratici
Dalle industrie musicali è arrivato un ringraziamento con il ceo della Fimi Enzo Mazza che ha parlato di un “risultato importante, soprattutto perché prevede anche il superamento dei limiti standard sulla base di specifiche situazioni e protocolli”
Il presidente di Assomusica Vincenzo Spera – molto critico qualche giorno fa – ha applaudito: “Siamo fiduciosi che questo primo passo vedrà un progressivo ampliamento verso forme più idonee ai luoghi in cui si terranno gli spettacoli”, scrive. Anche se sottolinea la necessità di un percorso progressivo che porti presto a lavorare “in sicurezza ma anche con maggiore sostenibilità economica”
Il presidente degli esercenti (Anec) Mario Lorini, a parlare di “un primo passo, un segnale” per il settore del cinema. Anche se certo, sottolinea anche lui, “in questi termini non si può parlare di ripartenza. Per far ripartire il mercato ci vuole altro”
Restano comunque insoddisfazioni e malumori anche perché le richieste e i protocolli messi a punto dalle categorie in queste ultime settimane prevedevano altro e di più. A partire da criteri diversi per fissare la capienza delle sale, senza numeri uguali per tutti
“Ogni luogo è diverso” ripetono un po’ tutti, dai teatri alla lirica, al cinema. “Non si può mettere sullo stesso piano l’Arena di Verona e un teatro di Catania”. C’è poi il tasto dolente dello stop alla vendita di cibi e bevande, che rimane e costituisce un ulteriore aggravio per le imprese. E c’era la richiesta di aprire anche nelle zone arancioni e di consentire i flussi di pubblico da una regione all’altra
Tra i limiti che rimangono per tutti, c’è poi lo scoglio del coprifuoco, che viene confermato alle 22. Un paletto ulteriore e non da poco per cinema, teatri, concerti, che impone spettacoli serali programmati nel tardo pomeriggio, alle 19, 19.30. In questi termini è difficile che possano arrivare in sala i film più importanti, i grandi titoli rimasti in panchina da mesi. “Il mercato riparte con altre condizioni”, ha ribadito Lorini
Franceschini è comunque convinto ad andare avanti trascinando con sé il settore che rappresenta. Nel prossimo decreto punterà a far inserire l’apertura dei musei, che attualmente potranno riaprire solo dal lunedì al venerdì, anche nel fine settimana
“Sono con voi, il vostro rappresentante nelle istituzioni – ha ripetuto il ministro ai lavoratori dello spettacolo – abbiamo bisogno tutti di un’estate con piazze e strade pieni di spettacolo, musica, danza e prosa”