A rivelarlo e’ uno studio pubblicato sul Journal of American Medical Association Internal Medicine da parte degli scienziati dell’University of North Carolina Health Care, che hanno valutato la filtrazione e l’aderenza di diverse tipologie e combinazioni di dispositivi di protezione. “Le mascherine chirurgiche – spiega Emily Sickbert-Bennett dell’University of North Carolina – sono progettate per avere un ottimo potenziale di filtrazione in base al loro materiale, ma non si adattano in modo perfetto al volto di ogni individuo”.
Il team ha testato l’efficienza di filtrazione di una vasta gamma di dispositivi di protezione, combinando anche le diverse soluzioni.
Gli scienziati hanno riempito una camera di tre metri quadrati con aerosol innocui e valutato la capacità delle diverse coperture di impedire il passaggio delle sostanze misurando la concentrazione di particelle che entravano nello spazio respiratorio sotto la maschera.