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Ristoratori e gestori bar: Coprifuoco alle 22, meglio non riaprire proprio

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Il coprifuoco alle ore 22 anche in zona gialla scatena le proteste dei ristoratori. «Si riapre dal 26 aprile? L’annuncio che ha inizialmente illuso e rasserenato gli oltre 340 mila baristi e ristoratori sta diventando un incubo per la stragrande maggioranza di essi — denuncia il presidente nazionale di Fiepet Confesercenti, Giancarlo Banchieri — A registrare un rallentamento delle restrizioni, lunedì, sarà meno di un ristorante o pub su due, quelli che hanno a disposizione uno spazio all’aperto da dedicare al consumo. E tra i quasi 150 mila bar la quota è ancora inferiore». La proposta avanzata da Banchieri è di «permettere ai locali senza spazi all’esterno di riprendere il servizio al chiuso per i soli clienti in possesso di pass vaccinale, come pubblici esercizi covid-free».

Qualcuno pensa addirittura di non riaprire. «Riaperture? Stiamo valutando. Lunedì potremmo rimanere chiusi». Così, in una nota, l’associazione Lungomare della Salute di Fiumicino che racchiude la maggior parte delle attività di ristorazione della zona.«C’è voglia di tornare a fare quello che più ci piace, ma le norme inserite nel decreto Draghi sono troppo penalizzanti – affermano i ristoratori – È una situazione davvero difficile per noi. Soluzioni? L’abbiamo detto dieci giorni fa, va trovata nel mezzo: il 60 per cento dell’attuale capienza, già decurtata, all’interno e il 40 per cento fuori. Una giusta ipotesi che salvaguarderebbe tutti anche in caso di maltempo e piogge. E in seconda battuta coprifuoco allungato per chi ha consumato e mostra lo scontrino.
Per un Comune come Fiumicino che vive essenzialmente con i clienti romani è il minimo». «Se le cose non dovessero cambiare nelle prossime ore? I risultati sarebbero certi: zero o pochissimi clienti e ulteriori costi da dover gestire. Se non siamo falliti ancora questo potrebbe essere il modo giusto. Noi vogliamo riaprire, vogliamo lavorare, tornare a fare quello che più ci piace rispettando le regole anti contagio. Ma così è troppo

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