Un’altra novità riguarda le visite, concesse una sola volta al giorno (in zona arancione solo in ambito comunale) verso un’altra abitazione privata: da lunedì 26 aprile il limite entro cui ci si può spostare non sarà più di due persone per nucleo familiare (meno minori di 14 anni e persone non autosufficienti), ma di quattro.
Si precisa poi come funzionerà per le scuole superiori: il limite minimo inderogabile di alunni in presenza va dal 50% al 70% nelle zone rosse e dal 70% al 100% in quelle gialle e arancioni. Per queste due aree, però, l’obiettivo è quello di tornare totalmente alle lezioni in classe. Il limite massimo di capienza per i trasporti rimane al 50%, ma gli istituti scolastici possono organizzarsi con fasce orarie differenziate per l’ingresso e l’uscita degli studenti.
Per quanto riguarda i ristoranti, il Viminale chiarisce che potranno riaprire solo in zona gialla “esclusivamente all’aperto e nella fascia orari compresa tra le ore 5.00 e le ore 22.00”. Fino al 31 maggio, si aggiunge, “relativamente agli esercizi pubblici di somministrazione di alimenti e bevande, il servizio al banco rimarrà possibile in presenza di strutture che consentano la consumazione all’aperto”. Ad uno stesso tavolo potranno sedersi sempre un massimo di quattro persone, a meno che non siano tutte conviventi.
Per gli spettacoli nei cinema, nei teatri e nelle sale da concerto, si legge nella circolare, “dovranno svolgersi in via esclusiva con posti a sedere preventivamente assegnati e a condizione che sia assicurato il mantenimento interpersonale di un metro, sia tra gli spettatori non abitualmente conviventi, sia tra il personale addetto ai lavori”. La capienza massima è dal 50% e non bisogna andare comunque oltre i 1.000 spettatori all’aperto e i 500 al chiuso. Per le palestre e le piscine si rimanda alle linee guida adottate dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e si ribadisce che è comunque vietato l’uso degli spogliatoi, in via generale.
Il superamento di altre restrizioni, conclude la circolare, dovrà sempre essere temperato con il rispetto delle regole e l’andamento del quadro epidemiologico. In altre parole, le riaperture non devono essere tradotte con un “liberi tutti” e per questo “si invita a dedicare particolare attenzione alle zone che per consuetudine o conformazione” potrebbero “prestarsi a fenomeni di affollamento o ad assembramenti”.
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