E sta seriamente pensando alle dimissioni, “per dedicarmi alla riflessione, all’insegnamento e allo studio. È necessario analizzare il percorso fatto in questi mesi di difficile lotta a un nemico sconosciuto, anche per prepararci a eventuali nuove evoluzioni di questa o di nuove crisi”.
Miozzo ha affidato al Corriere della Sera le sue riflessioni, ma anche e soprattutto la sua contrarietà alle riaperture dei prossimi giorni: “«Le aperture della scuola, della ristorazione o del mondo dello spettacolo contribuiranno certamente a un rialzo della curva. Il piano B deve pertanto essere sempre presente, e tutti sappiamo che sarebbe devastante dover ripiombare in una situazione di lockdown nel periodo estivo”.
Per Miozzo il rischio si chiama varianti: “Sono dietro l’angolo, di loro si sa poco, ma abbastanza per doverci preoccupare di ceppi non controllabili dai vaccini e dalle terapie disponibili”, rischio che rende plausibili misure drastiche come il coprifuoco: “Il coprifuoco è una limitazione delle libertà di movimento adottata in moltissimi Paesi.
Il “mio” Cts non si è mai espresso, ma abbiamo dato più volte pareri positivi sulla necessità di prevedere una riduzione della mobilità e del rischio delle aggregazioni in luoghi chiusi”.
Relativamente alle scuole, tema su cui è consigliere, Miozzo è altrettanto deluso e preoccupato: “Sin da aprile dello scorso anno sono state date indicazioni sul distanziamento nelle classi pollaio, sul dramma dei mezzi di trasporto, sulla criticità delle aggregazioni extra-scolastiche.
Purtroppo dal dibattito di queste ore sembrerebbe che non siano serviti a nulla gli sforzi fatti sinora su arredo scolastico, mascherine e disinfettanti, coordinamento con i prefetti. I dirigenti scolastici e il personale tutto si sono ben attivati nei mesi scorsi con innovazioni mai sperimentate prima d’oggi.
Penso che nella narrazione negativa prevalga la considerazione della politica del territorio che insiste nel penalizzare la scuola rispetto ad altre categorie. È l’aspetto più sconfortante, per questo spero in una fortissima presa di posizione del governo che imponga all’intero Paese il principio della priorità da dare alla scuola”