Tutte connotazioni queste, che rendono difficile confrontare la diffusione e la letalità dell’India con l’Europa”. Lo spiega a iNews24 Massimo Galli, professore di Malattie Infettive dell’Università Statale di Milano e direttore della clinica malattie infettive dell’Ospedale Sacco, secondo il quale tuttavia esiste il rischio che possa essere pericolosa.
Covid, Galli: non conosciamo ancora effetti variante indiana
“È probabile che le varianti brasiliana, sudafricana e nigeriana siano meno responsive agli anticorpi evocati dai vaccini disponibili e che sfuggano alla maggioranza degli anticorpi monoclonali disponibili in commercio. Non sappiamo ancora però, quanto la variante indiana, la E484Q, sia più diffusiva, virulenta e cattiva, anche perché ragioniamo in base alla situazione dell’India. Un Paese che conta 1,366 miliardi di persone, tra cui tantissime in situazioni di indigenza, in un contesto di grande popolosità.
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