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Cuochi Campania: “Metà ristoranti chiusi e nozze ferme”

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Ristoranti senza spazio esterno chiusi, strutture per matrimoni e migliaia di coppie di sposi abbandonati a loro stessi. Queste le disposizioni che l’Unione Regionale Cuochi della Campania contesta nel giorno in cui si consente ai locali che hanno spazi esterni di riprendere la loro attività.

“Siamo in una crisi drammatica – commenta il presidente dei cuochi campani Luigi Vitiello – con tanti colleghi che stanno chiudendo i propri locali strangolati da fitti, mutui, tasse, utenze. I cuochi e i ristoratori campani non ne possono più.

Dopo un anno di emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 non si è riusciti a far riaprire tutto il comparto e intanto altre migliaia di colleghi si apprestano a cambiare lavoro perché hanno chiuso i locali per fallimento. I ridicoli stanziamenti disposti fin qui hanno potuto poco.

E chi sperava adesso di riaprire ma non ha tavoli esterni deve dire addio ad ogni possibilità di rimettersi in sesto. Peggio ancora il comparto delle cerimonie. Oggi nessuno può programmare nulla, da un anno è tutto fermo, rinvio su rinvio”.

Duro il commento del presidente vicario della Federazione Italiana Cuochi, nonché segretario regionale, Pietro Roberto Montone: “Siamo alla resa di un comparto, a iniziare da quello delle cerimonie, con colleghi che in lacrime stanno dicendo a chi ha riprogrammato da un anno la propria cerimonia che non c’è certezza futura, non c’è garanzia.

Abbiamo cercato di far comprendere alle istituzioni che non è certo il settore ristorativo e degli eventi che ha contribuito a propagare il virus. Ma al nostro comparto si dice no a priori e poi si consente alla movida di fare tutto quello che vuole con zero controlli”.

L’Unione Regionale Cuochi della Campania fa presente al governo che la proroga ulteriore della chiusura e il protrarsi di questa crisi del settore “creerà una bomba in Campania con migliaia di famiglie sul lastrico”, scrivono.

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