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Draghi ha presentato alla Camera il Recovery Plan da 248 miliardi

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Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha presentato alla Camera dei Deputati il piano nazionale di ripresa e resilienza.

Draghi ha manifestato “fiducia negli italiani, nel mio popolo, nella nostra capacità di lavorare insieme quando l’emergenza ci chiama alla responsabilità” nell’ottica della costruzione del futuro del Paese.

Draghi ricorda che “sono stati stanziati, inoltre, entro il 2032, ulteriori 26 miliardi da destinare alla realizzazione di opere specifiche”, per un totale quindi di 248 miliardi comprendendo anche “il reintegro delle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione, utilizzate nell’ambito del dispositivo europeo per il potenziamento dei progetti ivi previsti per 15,5 miliardi. Nel complesso potremo disporre di circa 248 miliardi di euro”, sottolinea Draghi.

Il quale chiude il suo discorso con un messaggio di fiducia: “Devo ringraziare questo Parlamento per l’impulso politico che anima tutto il piano. Sono certo che riusciremo ad attuare questo piano, sono certo che l’onestà, l’intelligenza e il gusto del futuro prevarranno sulla corruzione e gli interessi costituiti. Non è ottimismo, ma fiducia negli italiani, nel mio popolo, nella nostra capacità di lavorare insieme quando l’emergenza ci chiama alla responsabilità. Questo appello allo spirito repubblicano verrà ascoltato e si tradurrà nella costruzione del nostro futuro”.

Draghi inizia a presentare il suo piano spiegando: “Sbaglieremmo tutti a pensare che il Piano nazionale pur nella sua storica importanza sia solo un insieme di progetti tanti necessari quanto ambiziosi.

Vi proporrei di leggerlo anche mettendoci dentro la vita degli italiani, soprattutto quella dei giovani, delle donne, dei cittadini che verranno. Le giuste rivendicazioni di chi non ha un lavoro, chi ha sofferto di più la pandemia, la preoccupazione di chi ha dovuto chiudere la propria attività per permettere a noi di andare avanti. Ma nell’insieme dei programmi che oggi presento c’è anche il destino del Paese.

La misura di quello che sarà il suo ruolo nella comunità internazionale, la sua credibilità come fondatore dell’Ue e protagonista del mondo occidentale. È anche una questione di valori civili, di sentimenti della nostra comunità nazionale che nessuna tabella potrà mai rappresentare. Dico questo perché sia chiaro che nel realizzare i progetti ritardi, inefficienze peseranno direttamente sulle nostre vite. E forse non vi sarà più tempo per porvi rimedio”.

Poi, “all’indomani del 25 aprile”, cita De Gasperi: “L’opera di rinnovamento fallirà se in tutte le categorie, in tutti i centri, non sorgeranno delle persone disinteressate, pronte a sacrificarsi per il bene comune. A noi l’onore e l’onere di preparare nel modo migliore l’Italia di domani”.

I punti cruciali del Recovery plan per Draghi
Secondo il presidente del Consiglio “la buona riuscita del piano richiede uno sforzo corale delle istituzioni coinvolte, il Parlamento ha effettuato con rapidità un ingente lavoro di sintesi. Tale lavoro di sintesi si è affiancato all’intensa collaborazione tra i ministeri coinvolti, un lavoro che ha beneficiato dell’azione già svolta dal precedente governo. Ringrazio anche regioni, province e comuni, il cui ruolo è determinante per la riuscita del piano.

Il piano ha tre obiettivi: il primo è un orizzonte temporale vicino, riparare ai danni della pandemia. Che ci ha colpito più dei nostri vicini europei. I giovani e le donne hanno sofferto un calo di occupazione molto superiore alla media. Le misure di sostegno ai lavoratori hanno attutito l’impatto sociale della pandemia, che si è tuttavia sentito sulle fasce più deboli. Ad essere particolarmente colpiti sono stati donne, giovani e soprattutto nel Mezzogiorno”.

Il presidente del Consiglio riassume il piano: “Con una prospettiva di medio lungo termine, il piano affronta le debolezze della nostra economia come la disparità di genere, il basso investimento in capitale umano. Le risorse del piano puntano a dare impulso a una transizione ecologica. L’accento sulle riforme è fondamentale, che non solo consentono di dare efficacia agli investimenti, ma anche superare le difficoltà strutturali. Le riforme e gli investimenti sono corredati da obiettivi quantitativi e da traguardi intermedi e sono divisi in sei missioni. E sarà tutto monitorabile su una piattaforma elettronica”.

Poi elenca alcune delle opere principali previste dal piano: “La Salerno-Reggio Calabria sarà una vera alta velocità. È poi previsto il reintegro del Fondo sviluppo e coesione. La quota dei progetti verdi è pari al 40%, quelli digitali il 27%. Il piano destina 87 miliardi al Mezzogiorno per una quota del 40%. C’è una forte attenzione all’inclusione di genere. Nel 2026 il Pil sarà di circa 3,6% punti superiori rispetto a uno scenario senza il piano”.

Draghi ironizza sulla governance: “Quella che altri chiamano governance è strutturata su diversi livelli. L’attuazione delle riforme è responsabilità dei ministeri e delle autorità locali, chiamate a uno straordinario impegno. Le funzioni di monitoraggio, controllo e rendicontazione e i contatti con la Commissione Ue sono affidati al Mef. Infine è prevista una cabina di regia presso la presidenza del Consiglio. Enti locali e regioni sono responsabili circa del 40% del totale dei fondi”.

Le riforme: donne, Sud, giustizia, la Pa e gli appalti
Uno dei punti principali sottolineati da Draghi è “eliminare gli ostacoli che limitano la partecipazione delle donne al mondo del lavoro. Il governo intende lanciare nel primo semestre del 2021 la strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026, con il Pnrr che ne articola le priorità. Oltre 4 miliardi sono destinati agli asili nido, quasi un miliardo l’estensione del tempo pieno nelle scuole primarie, 400 milioni per favorire l’imprenditorialità femminile. Il piano dedica un miliardo allo sport, sia come strumento di inclusione sociale che per le strutture. I giovani saranno i principali destinatari delle misure”. “Se cresce il Sud cresce l’Italia”, afferma ancora Draghi rivendicando la gran parte di fondi stanziati per il Mezzogiorno. “Stimiamo che l’incremento del Pil complessivo fino al 2026 sarà pari quasi a una volta e mezzo l’aumento del Pil nazionale”, aggiunge.

Poi il presidente del Consiglio parla delle riforme: “Sarà anche un piano di riforme. La giustizia, rimangono tempi eccessivi per la giustizia civile. Il piano crea l’ufficio del processo, a supporto del magistrato. Si semplifica il rito civile in primo grado e appello e si dà attuazione al processo telematico. L’obiettivo è ambizioso: ridurre del 40% i tempi del giudizio civile e del 25% del penale. La seconda riforma di sistema riguarda la pubblica amministrazione, sulla cui capacità di rispondere in modo efficiente incidono diversi fattori, come la digitalizzazione, l’assenza di ricambio generazionale. La riforma interviene su assunzioni e concorsi mediante una razionalizzazione delle procedure di assunzioni, buona amministrazione con la semplificazione, rafforzamento delle competenze con una revisione dei percorsi di carriere, la digitalizzazione con investimenti in tecnologia e la riorganizzazione degli uffici. Inoltre entro maggio presentiamo un decreto con misure strutture per favorire l’attuazione del piano e del piano complementare”.

Le ultime riforme vengono spiegate da Draghi durante il suo discorso alla Camera: “Si procede a una semplificazione delle norme in materia di appalti pubblici e concessioni. Il piano vuole anche impegnare governo e Parlamento a una costante e continua opera di abolizione delle norme che non aiutano la concorrenza. Dobbiamo impedire che i soldi finiscano solo ai monopolisti e assume un ruolo cruciale la legge annuale sulla concorrenza, realizzata finora solo una volta. Intendiamo varare norme volte ad agevolare l’attività di impresa in reti strategiche. Il governo si impegna a mitigare gli effetti negativi che alcune di queste misure potrebbero produrre”.

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