Le ultime disposizioni che regolano a partire dal 26 aprile la ripresa delle attività economiche sono incostituzionali nella parte in cui discriminano determinati esercizi limitandone orari e modalità di apertura al pubblico – spiega il Codacons – E’ il caso dei ristoranti che non dispongono di spazi all’aperto e che dovranno rimanere chiusi o limitarsi al take away e consegne a domicilio, o al settore dei matrimoni, per il quale il Governo non ha previsto ancora una data per la ripresa degli eventi.
Eppure sia all’interno dei ristoranti al chiuso, sia nei locali che organizzano cerimonie e matrimoni, è possibile garantire la sicurezza degli avventori ricorrendo al distanziamento, alla riduzione della capienza massima, a sale ad hoc per vaccinati e ad altre misure che permettano a tali attività di tornare a lavorare nel rispetto delle norme anti-Covid.
Proprio su tale aspetto il decreto del Governo realizza una illegittima discriminazione tra locali, con cinema, teatri e librerie che, pur essendo al chiuso, possono ospitare clienti, a differenza dei ristoranti che non dispongono di spazi all’aperto.
Contro il decreto sulla riaperture il Codacons lancia quindi un ricorso collettivo al Tar del Lazio, al quale possono da oggi aderire tutti i ristoratori della Campania e tutte le imprese che operano nel settore del wedding, finalizzato a chiederne l’annullamento nella parte in cui impedisce a tali attività di operare al pari di altre categorie di esercizi (per info e adesioni www.codacons.it )
Il Codacons ha inoltre organizzato per mercoledì 28 aprile alle ore 16:30 un webinar dove i legali dell’associazione illustreranno a ristoratori e imprese della regione che operano nel campo dei matrimoni il nuovo ricorso al Tar e risponderanno a dubbi e quesiti degli interessati.