“In questo momento non sappiamo qual è il repertorio delle varianti in Italia, facciamo un test parziale, una volta ogni 15-20 giorni, su un campione molto limitato e su pezzi del virus estremamente limitati, va cambiata la strategia”. Così a Buongiorno, su Sky TG24 Andrea Crisanti, professore ordinario di microbiologia all’Università di Padova.
“La nostra capacità di monitorare le varianti – ha spiegato – ha una sensibilità bassissima, il fatto che siano stati identificati già due casi di variante indiana è un campanello d’allarme importante, perché significa che probabilmente ce ne sono molti, molti di più. Se facessimo decine di migliaia di sequenze e trovassimo due casi potremmo dire che sono casi isolati, se ne analizziamo poche centinaia e ne troviamo due cambia completamente”.
Quello che sta succedendo in India e In Brasile “è il risultato combinato di aperture insensate e dello sviluppo di varianti”, ha aggiunto Crisanti sulla grave situazione della pandemia nei due Paesi. “La variante indiana genera cluster molto ampi quindi probabilmente ha un alto indice di contagiosità”, ha spiegato il professore. E sottolinea: “Potrebbe sfuggire al vaccino”.
Il blocco degli ingressi dall’India deciso dal ministro della Salute Roberto Speranza “è corretto”, ha affermato poi Crisanti. Ma – ha aggiunto – “bisogna creare una quarantena vigilata per persone che vengono da questi posti”. Il professore ha aggiunto che “in questo momento non sappiamo qual è il catalogo delle varianti presenti in Italia, va cambiata la strategia. La nostra capacità di monitorare varianti è bassissima”.
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